Aumento per caffè, auto, tv e bollette
Il rialzo dell’Iva costa mille euro a famiglia

Per commercianti e consumatori ritoccare l’imposta aumenterebbe i prezzi, deprimendo i consumi e costringendo le imprese a tagliare la forza lavoro

Il governo è alle prese con la manovra economica d’autunno: il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro dell’interno Matteo Salvini cercano la quadra per finanziare flat tax, reddito di cittadinanza, 80 euro senza ricorrere a rialzi dell’Iva. Al ministro del Tesoro Giovanni Tria il compito di trovare le coperture. Intanto i commercianti e i consumatori mettono le mani avanti: l’Iva non si tocca, costerebbe 1.000 euro in più a famiglia.

Per commercianti e consumatori il rialzo dell’Iva infatti aumenterebbe i prezzi, deprimendo i consumi e costringendo le imprese a tagliare la forza lavoro, sostengono in coro. I rincari si farebbero sentire sui prodotti per cui più spesso si tira fuori il portafoglio, dalla benzina al caffè, dal tramezzino allo shampoo. Fin qui si tratta di centesimi che però diventano decine di euro se si fanno i conti sulle bollette e centinaia se si guarda alla rata per l’automobile. Se dal 2019 scattassero le cosiddette clausole di salvaguardia, l’imposta passerebbe, stima il Codacons, «dal 10% all’11,5%» per l’aliquota agevolata e «dal 22% al 24,2%» per l’ordinaria, con «una stangata» per famiglia che raggiungerà i «1.000 euro annui a nucleo». Di «conseguenze disastrose» parla Federconsumatori, secondo cui si determinerebbero effetti «pesanti sull’occupazione».

Dal cappuccino al caffè il conto sarebbe più salato. Stando alle elaborazioni del Codacons, al bar il caffè aumenterebbe di un centesimo, passando da 90 a 91, il cappuccino di due, da 1,20 a 1,22 e il tramezzino di tre, da 2,30 a 2,33. E così al supermercato, una confezione di yogurt salirebbe da 1,55 a 1,57 euro, le uova passerebbero da 1,25 a 1,27, il bagnoschiuma da 2,30 a 2,34. Medesima sorte per una pizza margherita: da una media di 6,85 si porterebbe a 6,94 euro. Tutto ciò senza tenere conto dei possibili arrotondamenti.

Colpiti naturalmente i trasporti, dal costo dell’auto a quello della benzina. Secondo le elaborazioni della Federconsumatori la verde passerebbe da 1,63 a a 1,67 euro al litro, guadagnando quattro centesimi in più. Per chi acquista un’automobile utilitaria sarebbe come pagare una rata in più: il prezzo aumenterebbe di 272 euro (da 12,390 a 12.663). L’Unione nazionale consumatori (Unc) stima così un costo extra per il pieno di circa 35 euro annui. Per il Codacons non andrebbe molto meglio a chi preferisce le due ruote, l’aggravio per chi compra uno scooter sarebbe di 92 euro (da 5.100 a 5.192).

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