Attenzione alla “truffa del catalogo”
Una firma può costare 3.500 euro

Il nuovo raggiro si basa su un meccanismo ampiamente sfruttato dai truffatori che è quello di raccogliere firme su contratti capestro.

«Solo stamane abbiamo ricevuto due persone che sono state obbligate a sottoscrivere, con un comportamento scorretto e coercitivo, abusando della buona fede, una commissione che di fatto è un vero e proprio contratto». ADICONSUM denuncia con forza il “ritorno delle truffe del catalogo”.

La nuova “truffa del catalogo” si basa in realtà su un meccanismo ampiamente sfruttato dai truffatori che è quello di raccogliere firme su contratti capestro approfittando della buona fede e dell’ingenuità dei malcapitati i quali si ritrovano acquisti intestati a loro insaputa.

La nuova variante della truffa del catalogo prevede una prima telefonata da parte di un call center che chiede se si accetta di ricevere a domicilio, senza obbligo di acquisto, un catalogo di accessori per la casa. Una volta accettato, si presenta alla porta un incaricato che, dopo aver illustrato il contenuto del catalogo (mobili, elettrodomestici, computer ed altro), chiede ai malcapitati una firma per la richiesta del catalogo che arriverà per posta.

La commissione non specifica il tipo di acquisto, ma firmando, di fatto, il malcapitato ha sottoscritto un impegno di spesa di importi significativi. Minimo 2500€ per 3 anni.

«Trascorsi i termini per il recesso della vendita, successivamente si presenta, con grande fretta, un nuovo rivenditore dicendo che doveva formalizzare l’acquisto e scorrettamente completa la copia di commissione originale aggiungendo l’acquisto di un materasso matrimoniale o di un set di pentole».

Naturalmente, le persone “colpite” se chiedono spiegazioni di quanto sta accadendo ricevono giustificazioni frammentarie o addirittura minacce di azioni legali.

«Provvederemo a segnalare al Garante della Concorrenza e del Mercato i comportamenti scorretti nei confronti dei consumatori – annuncia ADICONSUM - e per aver fornito informazioni inesatte, definendo ingannevoli le modalità utilizzate al fine di indurre le vittime a concludere, inconsapevolmente, contratti finalizzati all’acquisto di prodotti per la casa. Invitiamo le persone a rivolgersi ai Carabinieri per denunciare l’accaduto e segnalare la presenza di promoter sospetti per consentire agli uomini dell’arma di effettuare le opportune verifiche. Di nuovo si raccomanda, per evitare di cadere nella rete di truffatori o di venditori senza scrupoli, di prestare molta attenzione a proposte di acquisto allettanti o a promesse di sconti; invitiamo a non firmare moduli, richieste o altro senza prima leggere tutte le condizioni, soprattutto i passaggi scritti in caratteri molto piccoli. Meglio chiedere di lasciare il materiale a casa, per vederlo con calma».

Se si dovesse incappare in una simile avventura, ricorda ADICONSUM, «esiste sempre la possibilità di avvalersi del diritto di recesso, inviando una raccomandata entro 14 giorni dalla firma. Stessa possibilità è consentita nel caso si sia arrivati alla fase dell’ordine, essendo sempre possibile rimandare indietro la merce entro 14 giorni dalla consegna ottenendo la restituzione di quanto pagato».

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