Assolto dalla violenza sessuale
Ora denuncia l’accusatrice

La storia Un uono di 29 anni era finito in carcere e in comunità Prosciolto con sentenza definitiva, adesso vuole rivalersi sulla donna

La vicenda giudiziaria che lo vedeva come imputato è definitivamente chiusa: dopo l’assoluzione in secondo grado, il pubblico ministero della Corte d’Appello di Milano ha deciso di non presentare ricorso in Cassazione, per cui la sentenza è definitiva. E adesso che la giustizia lo ha dichiarato non colpevole del reato di violenza sessuale, l’uomo, 29enne di Cosio Valtellino, ha deciso di querelare per calunnia la donna che lo aveva denunciato.

Il passo

Nei giorni scorsi, assistito dall’avvocato di fiducia Francesco Romualdi, ha presentato formale denuncia per falsa testimonianza e calunnia nei confronti della donna con cui aveva una relazione e dalle cui affermazioni era nato il procedimento per violenza sessuale.

Il travaglio dell’uomo si era concluso con l’assoluzione in appello nel marzo dell’anno scorso, ed era iniziato quattro anni prima. Era il primo giugno del 2016 quando, dopo una lite con una donna di dieci anni più grande di lui e con cui aveva una relazione (anche sei lei viveva con il suo compagno “ufficiale”), erano intervenuti i carabinieri. La donna lo ha accusato di violenze e atti persecutori, poi in aula addirittura di violenza sessuale: aveva infatti raccontato di essere stata costretta ad avere rapporti ai quali non si era sottratta per paura.

Per lui si erano così aperte le porte del carcere di Sondrio per una notte sola, poi era stato trasferito in ospedale per un crollo emotivo in seguito dell’arresto. Da lì, poi, è stato trasferito a San Vittore, poi in una comunità per avere un sostegno psicologico («non certo una comunità per curare dipendenze - ha sempre voluto precisare -, non ho mai fatto uso di droghe o alcol»). Dopo quel periodo è potuto tornare in Valtellina, prima con l’obbligo di dimora nella sua abitazione di Cosio Valtellino, poi con il divieto di avvicinarsi alla donna che lo aveva denunciato.

Ora, dopo sei anni, l’incubo è finito: assolto prima dal Tribunale di Sondrio dalle accuse più pesanti (era stato condannato a un anno, invece, per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale), poi anche dalla Corte d’Appello di Milano. E ora la conferma che in Cassazione non si andrà. I giudici milanesi nelle motivazioni hanno sottolineato la contraddittorietà delle accuse della donna, ritenute inattendibili sia dai giudici del Tribunale di Sondrio che da quelli della Corte d’Appello.

«Chi mi risarcisce?»

«Senz’altro una bella notizia, ma chi mi restituirà questi anni di sofferenze?» si chiede ora lui. «E’ stato assolto nel merito da accuse infamanti - le parole del suo avvocato a marzo dell’anno scorso -. Quella che è stata una lite è stata ingigantita, parlando addirittura di tentato omicidio e violenza sessuale. In questo caso non era così, e fortunatamente ne abbiamo avuto la conferma anche dai togati milanesi. Ora valuteremo eventuali azioni da parte di chi lo ha messo in questa condizione e di chi, infine, non conoscendo la situazione lo aveva già giudicato». Ed è di questi giorni la denuncia nei confronti della donna, accusata dal giovane di aver testimoniato il falso in aula e averlo calunniato, in particolare affermando di essere stata costretta ad avere rapporti sessuali.

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