Anche Fontana
per l’addio ad Arrigoni

I funerali Il presidente regionale con il gonfalone della Lombardia all’ultimo saluto del predecessore

«Nell’imperfezione tu sei stato perfetto. A chiunque mi chiederà chi era Paolo Arrigoni, risponderò semplicemente e con orgoglio: era mio padre».

Sono state le parole commesse e piene d’amore della figlia minore Giulia a dare l’ultimo saluto all’ex presidente della Regione Lombardia scomparso improvvisamente domenica sera all’età di 64 anni - «ci siamo sentiti solo 48 ore fa, salutandoci con il solito “ci aggiorniamo”» ha detto la figlia - al termine di una cerimonia celebrata ieri mattina in Collegiata a Sondrio davanti a un ristretto numero di persone tra parenti, amici e colleghi. E di uomini politici che con Arrigoni hanno condiviso anche solo un tratto della loro esperienza all’interno della Lega da dove aveva cominciato e in cui, dopo l’espulsione degli anni Novanta, Arrigoni era tornato a militare.

Le presenze

In prima fila, ai piedi del gonfalone della Regione messo a fianco dell’altare con tanto di picchetto d’onore, l’attuale numero uno della Lombardia Attilio Fontana arrivato appositamente per le esequie di «quell’uomo mite» come in tanti lo descrivono e accanto a lui Lorenzo Grillo Della Berta con la fascia tricolore nella duplice veste di vicesindaco di Sondrio (Arrigoni è stato anche consigliere comunale) e di responsabile provinciale del partito di Salvini. Insieme a loro anche Daniele Butti, referente provinciale della Lega di Lecco e Ugo Parolo, parlamentare leghista che «da giovincello» con Arrigoni ha condiviso la prima esperienza politica negli anni Novanta e poi anche l’ultima quando, propria dietro richiesta del deputato, Arrigoni accettò di rimettersi in gioco impegnandosi come referente del partito a Colico.

Tra i banchi un altro leghista, Luigi Gianola, ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna e ora responsabile della struttura ospedaliera di Gravedona dove Arrigoni era approdato negli ultimi mesi per problemi di salute e dove «ho conosciuto una persona semplice dalla spiccata umanità, con una sincera dolcezza nei rapporti interpersonali anche nei lunghi suoi momenti di sofferenza» dice Gianola.

Nell’omelia, don Mirco Sosio che ha celebrato il funerale, ha rimarcato i concetti di giustizia, pace e bene comune «che sono quelli che accomunano la vita politica e quella privata in famiglia di uomo, di padre, di nonno. Esperienze entrambe che Paolo Arrigoni ha vissuto».

L’impegno

Il presidente Fontana ha espresso alla famiglia il cordoglio e la vicinanza sua e della giunta regionale e dell’intera Lombardia alla cui guida Arrigoni fu dal 1994 al 1995. «Un grande amante della montagna e della Valtellina - dice il presidente - con un forte senso di appartenenza alla sua regione. Ricordo che mi venne a trovare pochi mesi dopo l’elezione e parlammo proprio dell’istituzione regionale per la quale dimostrò un grande affetto insieme alla volontà di aiutare il suo territorio. Una persona che ha fatto tanto per la sua Valle e che voleva bene a ciò che faceva. Una grande perdita per tutti noi».

Una perdita per i suoi cari e per la politica locale, soprattutto per quella Lega che fatica a riconoscersi nei cambiamenti subiti dal movimento negli ultimi anni. «Un galantuomo, un esempio per i leghisti di oggi» dice Giuliano Pradella .

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