Altre ombre sulla scuola
Il ministro: «In classe
se e quando possibile»

Monitoraggio sulla qualità dell’offerta didattica a distanza

«Si tornerà a scuola se e quando, sulla base di quanto stabilito dalle autorità sanitarie, le condizioni lo consentiranno». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nel corso dell’informativa urgente in Senato per l’emergenza Coronavirus. «Tuttavia, il servizio di istruzione è un servizio pubblico essenziale costituzionalmente garantito. Per questo - ha aggiunto - abbiamo subito sollecitato l’attivazione di forme di didattica a distanza. Con l’obiettivo di garantire il diritto allo studio, ma anche e soprattutto la vicinanza ai nostri studenti e alle loro famiglie. E’ una scelta a mio avviso obbligata. Non abbiamo alternative se vogliamo stare accanto ai nostri allievi».

Insomma, è possibile che non si torni alle attività didattiche in aula. Anche se, aggiunge il ministro, «l’anno scolastico in corso è salvo, in deroga al limite dei 200 giorni minimi». Ha assicurato che sta lavorando sulla ridefinizione del calendario, la valutazione, il recupero e gli esami di Stato di scuole medie e superiori senza entrare in ulteriori dettagli: «Chiedo una Maturità seria che tenga conto degli sviluppi dell’apprendimento».

Per poter meglio indirizzare le risorse alle aree del Paese più carenti di dispositivi digitali e di connettività, è stato predisposto dal Ministero un monitoraggio delle singole scuole, in continuo aggiornamento, per conoscere in che modo esse abbiano reagito all’emergenza con la didattica a distanza, quali risorse siano state attivate, quante classi e quanti alunni coinvolti, se abbiano ricevuto aiuti da altre scuole o se, invece ne abbiano forniti.

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