Un cervello “quasi” umano

Uno studio ha dimostrato che i migliori amici dell’uomo hanno un’area per la gestione delle vocalizzazioni simile a quella delle persone

Un sussurro piuttosto che una parola, il suono di una frase piuttosto che un’intonazione di un discorso. Per gli esseri umani è normale distinguere il tono, comprendere intenzioni e riferimenti, stati d’animo e perfino capire il pensiero che ispira una frase. Ma che lo stesso (o quasi) accadesse anche nei cani finora non lo si era mai accertato. Ora invece si è scoperto che i migliori amici dell’uomo hanno aree cerebrali dedicate all’elaborazione delle voci e con queste sanno cogliere anche il tipo di emozione espressa da una voce.

Ad affermarlo è uno studio della Eötvös Loránd University. Per provarlo undici cani sono stati addestrati a rimanere immobili dentro un’apparecchiatura per la risonanza magnetica mentre ascoltavano circa duecento brani con vocalizzazioni umane e canine e suoni ambientali non vocali. Lo stesso esperimento è stato ripetuto poi su 22 persone.

In questo modo gli studiosi hanno provato che la localizzazione delle aree per la gestione delle vocalizzazioni è simile nel cervello umano e in quello del cane; inoltre, in entrambe le specie le attività delle aree cerebrali coinvolte cambiano in modo simile in relazione al tono emozionale del suono ascoltato.

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