Melazzini indagato in Sicilia, Alta Valtellina scossa

É scossa la Valtellina, e ancor più l’Alta Valtellina, dalla notizia del coinvolgimento di Mario Melazzini, 65 anni, di Pavia, ma con origini sondriesi, nell’inchiesta della Procura di Messina su presunte irregolarità nella gestione del centro clinico privato Nemosud e del Policlinico di Messina. Nove gli indagati, fra cui Mario Melazzini, nella sua veste di ex presidente della Fondazione Aurora onlus gerente il centro clinico Nemosud di Messina, con le ipotesi di reato formulate di peculato e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e l’emissione di misure cautelari quali gli arresti domiciliari che impongono anche il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione ed esercitare impresa in ambito sanitario.

Tradotto, Melazzini ha dovuto autosospendersi anche dall’attuale incarico di direttore sanitario del Niguarda usufruendo del congedo ordinario e questo significa che, temporaneamente, è fuori dai giochi. Lunedì prossimo, 20 maggio, si terrà l’interrogatorio da parte del giudice e, in quel contesto, Melazzini, assistito dall’avvocato Candido Bonaventura del foro di Messina, potrà dare le sue spiegazioni.

«La notizia mi ha sorpreso ed ho subito commentato su Facebook augurando a Mario Melazzini di uscire quanto prima e indenne da questa vicenda giudiziaria - il commento di Ezio Trabucchi, presidente del movimento popolare “Rinascita Morelli autonomo” - anche perché non è la prima volta che una persona, tanto più se molto nota come Melazzini, viene esposta mediaticamente e, poi, arrivano le assoluzioni. Per cui occorre essere molto, ma molto cauti».

Questo dal punto di vista personale, mentre con riguardo alle ripercussioni della vicenda a livello locale, Trabucchi, qualche dubbio, ce l’ha. «Certamente questi accadimenti avranno delle conseguenze anche per noi stante il ruolo fino a ieri ricoperto da Melazzini al Niguarda e il suo interessamento per la sanità dell’Alta Valle anche in vista delle Olimpiadi - dice Trabucchi -, dopodiché, però, nel concreto, non credo che ci possano essere dei veri e propri stravolgimenti».

Più che altro, Trabucchi, una riflessione di carattere generale sulla gestione dei rapporti fra sanità pubblica e privata, se la sente di farla. «Al di la del caso specifico e, ripeto, sempre augurando il meglio a Melazzini - precisa - a me sembra che in sanità ci sia una discrezionalità nelle scelte, nell’assunzione delle decisioni, su cui occorre che si rifletta. Perché questo rapporto fra sanità pubblica e sanità privata resta problematico un po’ ovunque, vedi il caso Liguria. Il tema è sul piatto, girano troppi soldi, troppi interessi, e il rischio che si creino situazioni dubbie, da approfondire, è alto. E a questo, a mio avviso, deve porre rimedio il legislatore, favorendo un approccio più serio al tema a tutti i livelli, perché in sanità gli scandali sono troppi».

E vicinanza a Mario Melazzini la esprime anche Gerlando Marchica, vicepresidente di “Rinascita Morelli autonomo”.«Non ho mai avuto problemi a criticare l’operato del professor Melazzini al Morelli, quando l’ho ritenuto opinabile, dal punto di vista sindacale, del movimento, politico, che dir si voglia - afferma Marchica -, ma questo non mi esime dall’augurargli di uscire indenne da questa vicenda giudiziaria. Gli esprimo la mia solidarietà umana, e auguro ogni bene ad una persona che, oggi, vive sicuramente momenti di profonda solitudine. E mi rammarico del fatto che tutti coloro che in questi ultimi giorni lo hanno osannato, ringraziato ed hanno tagliato nastri con lui, in Alta Valle, non abbiano ancora trovato il modo per manifestargli vicinanza. Perché molta solidarietà garantista nei confronti di quest’uomo non ne ho notata in queste ore».

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