Il gioco delle urne tra i municipi lecchesi

Orientarsi nella mappa delle liste locali in campo per le amministrative dell’8 e 9 giugno non è una passeggiata rettilinea (al cospetto la scacchiera delle Europee è un gioco da ragazzi), ché le curve, le salite, le discese, spuntano ad ogni angolo dei 49 comuni, alla vigilia del rinnovo.

I miei giovani colleghi (anche i cinquantenni davanti alla mia carta d’identità possono così connotarsi ) hanno già dedicato pagine speciali al panorama complessivo che vede in lizza quasi mille cittadini, metà dei quali vestirà i panni di consigliere comunale.

Nonostante gli appuntamenti elettorali mi siano familiari, come quei cronisti sportivi che, nel curriculum, vantano dieci olimpiadi, la curiosità e la passione non si stingono e anzi mi permettono di cogliere sfumature e dettagli che tuttavia non autorizzano pronostici né tantomeno precoci e saccenti verdetti.

Andiamo al sodo: in undici comuni corre, si fa per dire, un unico candidato sindaco che avrà come avversario l’affluenza, perché sotto il cinquanta per cento cova il marchio della sconfitta.

Oltre alla conferma di Civate, Costamasnaga, Abbadia, spunta Paderno, teatro in passato di accese competizioni. Merate, Malgrate e Verderio sono le sole realtà dove si presentano tre liste, mentre per il resto si assisterà a dei testa a testa, pochi dei quali scontati in partenza.

Obbediscono alla simbologia e all’alfabeto della recente storia politica le isole di Valmadrera e Oggiono dove si sfidano le classiche coalizioni. Nel primo caso il centrodestra proverà a espugnare la tradizionale roccaforte civica di area centrosinistra, guidata da Cesare Colombo già assessore del sempiterno Antonio Rusconi che si è fatto di lato, ma non troppo.

Se questa volta non sarà primattore, di sicuro la buca del suggeritore non gliela toglie nessuno.

Carica di prospettive sovracomunali si annuncia la sfida di Monticello dove il sindaco uscente Alessandra Hofmann va a caccia del bis che la confermerebbe alla guida della Provincia di Lecco, altrimenti insieme al consiglio da rinnovarsi in autunno si dovrà votare un nuovo presidente, in attesa di una riforma “ad istitutionem” restituisca all’ente l’antico e poteri reali.

Procedendo a random mi piace pescare la perla dello storico sindaco di Pasturo Guido Agostoni che sventolando la bandiera del civismo si batte contro il “ suo” sindaco del giorno prima, Pierluigi Artana, sospettato di leghismo. E come tacere il caso di Airuno dove nel giro di una settimana il sindaco uscente Alessandro Milani si è visto rientrare dalla porta partiti che, sulle prime, parevano intenzionati a sostenere i fuoriusciti della sua giunta. Come dire un ritorno a Canossa che nobilita sul piano politico il primo cittadino. Pur non essendo un fan delle quota rosa, non posso sorvolare sulla esigua porzione di candidature femminili: solo quindici donne su novantuno aspiranti alla fascia e una realistica previsione di cinque incoronate.

In sostanza vien da interrogarsi sulle ragioni di una tendenza maschilista che non sa investire sulla creatività e concretezza femminili, particolarmente indicate per assicurare un contributo nella soluzione delle multiformi questioni che attraversano le comunità. Infine va salutato come buon auspicio il rinnovamento in atto anche laddove erano possibili scelte di continuità.

Corro il rischio della retorica e del luogo comune nell’affermare che la sintesi tra l’esperienza e il fervore giovanile sia la via maestra per garantire amministrazioni efficienti e in grado di sostituirsi al ruolo dei partiti in caduta libera.

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