Da Varese a Montespluga per sfuggire alle allergie. «Viviamo qui tutto l’anno, anche se la nostra scelta dà fastidio»

«Prima non ci volevamo credere, eppure, ora, ne siamo convinti. Diamo fastidio. Questo è il punto. La nostra presenza tutto l’anno, inverno compreso, qui a Montespluga, a 1.908 metri di quota, non è gradita per il fatto che comporta una serie di incombenze fra cui la gestione della strada di accesso alla località. Che, quest’anno, complice le abbondanti nevicate degli ultimi mesi è stata più chiusa che aperta anche se, secondo noi, talvolta anche a sproposito».

A dirlo è Giulio Solferino, 46 anni, originario della provincia di Varese, geologo, che dal mese di ottobre dello scorso anno ha scelto di vivere con la sorella Giovanna a Montespluga anche per sfuggire al tormento delle allergie da pollini.

«Il luogo è eccezionale - assicura Solferino -, ma ci sono stati problemi di accesso quest’inverno e anche in questi giorni davvero insormontabili e ingiustificabili, secondo noi, perché martedì, quando con mia sorella abbiamo preso l’auto per scendere a Madesimo per fare degli acquisti, il tracciato era pressoché perfetto. Tant’è che siamo arrivati tranquillamente fino a Teggiate, salvo pochi tratti in cui si era accumulato un velo di neve in strada portato dal vento, per poi ritrovarci con la sbarra chiusa e dover fare dietrofront. Perché? E ancor più perché chiudere sempre senza avvisare? Quando siamo partiti c’era l’indicazione di chiusura dalle 18 alle 8 del mattino stesso, chiusura, questa, comprensibile perché di notte ci sta che Anas prenda queste precauzioni, ma in pieno giorno, con la strada pulita, perché?».

Non sono sempre comprensibili a Solferino e anche a buona parte delle altre persone di stanza a Montespluga in questi giorni, una ventina, le scelte di Anas in merito all’apertura e alla chiusura della strada e, soprattutto, si lamenta una mancanza di comunicazione al riguardo. «Abbiamo una chat nostra, in cui, gentilmente, chi si occupa della pulizia della strada, di sua sponte, ci avvisa delle chiusure - dice Solferino -, ma non sarebbe tenuto, e, martedì, avendo avuto il telefono fuoriuso non ho saputo della chiusura sopravvenuta durante il giorno, per cui siamo scesi sicuri di trovare aperto. Invece... A questo punto, hanno vinto loro. Siamo costretti a non salire più in quota nei prossimi inverni, almeno fino a quando non verranno poste quelle protezioni paravalanghe e paravento che la Comunità montana, molto opportunamente, ha in animo di realizzare. Ci vorranno almeno tre anni, però, per completare questo intervento e, noi, fino ad allora, non penso proprio che torneremo in inverno. Non intendiamo arrecare fastidio ad alcuno».

La statale 36 dello Spluga è riaperta al traffico regolarmente, e, da noi contattata, Anas, ha fatto sapere di aver tenuto chiusa la strada martedì per bufera. «Noi agiamo su indicazione del nivologo di Regione Lombardia che ci indica le situazioni di pericolo - ci hanno detto da Anas -. Su quel tratto di strada era data la presenza di vento tale da consigliarne la chiusura e questo abbiamo fatto. Comprendiamo le ragioni dei residenti, certamente, ma è una questione di sicurezza del transito. Per quanto riguarda la comunicazione - concludono - Anas è disponibile ad interloquire con i Comuni per avvisarli delle chiusure, cosicché loro possano girare tempestivamente l’informazione ai cittadini».

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