Ponte sul Nevasco, opera da manuale

Chiareggio Sarà pronto la prossima primavera, moderne e impegnative le modalità costruttive a quota 1.612 metri. Travi del peso di otto tonnellate posizionate sugli appoggi delle spalle del passaggio ricorrendo ad un’autogru

La fine dei lavori è prevista per la primavera del prossimo anno, ma il ponte sul Nevasco, a Chiareggio, basato su cinque travi prefabbricate portate in quota con trasporto eccezionale, non solo prende sempre più forma, ma rischia di passare alla storia anche per modalità costruttive in quota.

Strada chiusa

Si tratta di un manufatto realizzato con metodi moderni, impegnativi da applicare in un contesto di alta montagna come quello di cui si tratta. Perché parliamo di una località posta a 1.612 metri di altitudine e raggiungibile tramite una strada di montagna, asfaltata, ma stretta in più punti e tutta tornanti.

Per cui arrivare fino a Chiareggio, pochi giorni fa, con le cinque travi prefabbricate al seguito, è stata un’impresa degna di passare agli annali.

«Il trasporto dei manufatti lungo la strada di montagna non è stato facile - osserva Andrea Parolini, vice sindaco di Chiesa in Valmalenco con delega alla viabilità e alle infrastrutture stradali -, infatti, sia per motivi logistici sia di sicurezza, abbiamo dovuto chiudere la strada al traffico durante le operazioni di trasporto e movimentazione delle travi, lunghe 12,40 metri e larghe un metro e 20».

Travi del peso di otto tonnellate l’una che, una volta giunte a destinazione, a Chiareggio, sono state posizionate ed accostate in modo preciso sugli appoggi delle spalle del ponte ricorrendo ad un’autogru della portata di 90 tonnellate. E, a operazione conclusa, intorno alle 10 del mattino, la strada è stata riaperta al traffico.

Una carrozzabile ed un punto nodale per la viabilità di Chiareggio, perché teatro, si ricorderà, di un distacco di migliaia di metri cubi di materiale rotolati a valle in pochi secondi dalla Sassa di Fora, mille metri sopra il ponte, nel pomeriggio del 12 agosto 2020. Proprio quando, sul Nevasco, transitava l’auto con a bordo quattro persone, una coppia di villeggianti col proprio figlio e un’altra bimba amica di famiglia, tre dei quali morti sul colpo. Solo il piccolo Leo, di poco più di cinque anni, si era salvato, e questa tragedia è rimasta impressa nella memoria collettiva dei malenchi e di tutti i residenti in provincia di Sondrio.

Anche per questo, per il sindaco Renata Petrella e per tutta l’amministrazione, i lavori al ponte sul Nevasco hanno anche un alto valore simbolico.

La prima parte

«Nel luglio scorso, grazie all’erogazione di un finanziamento riconosciuto in somma urgenza - dice Petrella - a seguito del tragico evento del 12 agosto 2020, sono iniziati i lavori appaltati all’impresa Eredi Del Marco. Un ponte in cemento armato, a partire dalle fondazioni e dalle spalle, realizzato a valle del tombotto esistente, cosicché abbiamo potuto mantenere la strada aperta anche durante i lavori, salvi casi eccezionali, come, appunto, quello del trasporto e posa delle travi».

Operazione, quest’ultima, avvenuta sotto la supervisione del direttore dei lavori, Pietro Zanetti, di M2P, mentre Gabriella Zanetti, responsabile dell’Ufficio lavori pubblici dell’Unione della Valmalenco, assicura che «in vista della stagione invernale il cantiere - dice - verrà chiuso e messo in sicurezza per riprendere appena possibile».

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