Opere Olimpiche in Valtellina e cavalcavia
del Trippi ieri sera al centro di Report

Una puntata a cinque cerchi, con voci in campo su fronti opposti: da una parte chi difende e spiega la bontà degli interventi come l’assessore regionale alla Montagna Massimo Sertori e il sindaco di Sondrio Marco Scaramellini, e chi, dall’altra, manifesta piena contrarietà

Si è tornati a parlare delle opere per Milano-Cortina 2026 sulla tangenziale di Sondrio: il cavalcavia in località Trippi e quello alla Sassella, finiti sotto le telecamere della trasmissione Report in onda sui Rai 3 ieri sera, quando è stata tracciata una carrellata dei progetti partendo da Cortina transitando in Trentino per concludere nel capoluogo, passando per Bormio e Livigno.

Una puntata a cinque cerchi, con voci in campo su fronti opposti: da una parte chi difende e spiega la bontà degli interventi come l’assessore regionale alla Montagna Massimo Sertori e il sindaco di Sondrio Marco Scaramellini, e chi, dall’altra, manifesta piena contrarietà. Ossia il sindaco di Montagna Barbara Baldini, alcuni imprenditori della zona - la carrozzeria Giugni e l’impresa di trasporti Gianolini -, penalizzati dal cavalcavia del Trippi. Poi il presidente di Aci Sondrio Andrea Mariani e Ugo Parolo. Leghista della prima ora, consigliere regionale 2010-2018, nonché assessore con delega alle Infrastrutture quando Sertori era presidente della Provincia, Parolo, «già due anni fa», ha dichiarato intervistato da Claudia Di Pasquale nel servizio “Sforo olimpico” «avevo detto che, visto lo stato di avanzamento delle procedure e dei progetti, sarebbe stato praticamente impossibile avere le opere pronte per il 2026».

Proprio sui tempi di realizzazione così come sui costi complessivi delle opere (infrastrutture e impianti, nda), secondo i dati di Report lievitati anche di 8-10 volte per l’Alta Valle, le risposte a fine servizio non sono arrivate. Quanti soldi avrà in totale la Lombardia per le Olimpiadi, cioè quanti da parte dello Stato e quanti ce ne metterà la Regione, ha chiesto Di Pasquale a Sertori, Scaramellini e al presidente del Pirellone Attilio Fontana? Quesito, rimasto in sospeso.

Cifre a parte, l’assessore Sertori ha dichiarato: «L’importante è che siano opere utili, che lasciano una legacy sul territorio ed io credo che questi siano soldi ben spesi. Attenzione, il concetto importante è questo: ci sono una serie di interventi attesi da 20 anni e che comunque avremmo dovuto fare». Sulla stessa lunghezza d’onda Scaramellini: «C’è una possibile soluzione, non sarà la migliore. Allora decidiamo di non far nulla, perché non è la migliore?» ha detto.

Di tutt’altro avviso Baldini: «Purtroppo quello che ci viene proposto non è una tangenziale, ma un banale cavalcavia di 251 metri dal costo di 52,8 milioni di euro», che arrivano a 74 con lo svincolo della Sassella in base ai dati di Report, evidenziando che è da più di 30 anni che la tangenziale di Sondrio finisce su un passaggio a livello. «Allora erano finite le risorse per terminare l’ultimo tratto, il cosiddetto lotto 7, che invece avrebbe consentito la prosecuzione della statale per altri 4 chilometri dall’altra parte della ferrovia» ha aggiunto Baldini, caldeggiando questo tipo di soluzione.

Mariani è intervenuto sullo svincolo della Sassella, dove sarà eliminata l’attuale rotonda per costruire un cavalcavia. Il presidente Aci ha puntato l’indice «sulla nuova rotonda che sarà realizzata in mezzo alla tangenziale (nei pressi dell’attuale svincolo verso i paesi del versante orobico) e che avrà gli stessi effetti negativi: creerà code. Si spendono 20 milioni per togliere una rotonda e poi se ne spendono altrettanti per farne un’altra nuova a un chilometro e mezzo. Se questo è concepibile, noi non siamo in grado di comprenderlo». Da ultime, ma non per questo meno importanti, le realtà economiche. Sul piazzale della carrozzeria Giugni ricade il cavalcavia del Trippi, «privandoci di metà parcheggio e parte dell’entrata della nostra casa, togliendoci lo spazio adibito a lavoro». «Da qui transitano 30 pullman - ha detto Fabrizio Gianolini indicando l’area di proprietà davanti alla sede - e 50 macchine. Abbiamo 80 dipendenti. Noi dobbiamo chiudere se ci portano via 350 metri quadri di piazzale. Mi dica come possiamo lavorare».

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