Lavoro, meno infortuni ma più morti lo scorso anno a Sondrio. «La sicurezza non è negoziabile»

I dati, pur presentando una lieve diminuzione, non sono certo incoraggianti. Se è vero che, a livello di infortuni sul lavoro, le denunce in provincia di Sondrio sono diminuite da un anno all’altro (nel 2023 sono state 2.070 contro le 2.204 del 2022, pari a -6,1%), è altrettanto vero che «ogni episodio rappresenta un motivo in più per riflettere».

Parola di Giorgia Lauretta, reggente Anmil Sondrio, intervenuta alla presentazione della mostra “I segni del mestiere”. Facendo memoria della tragedia di Valdidentro avvenuta pochi giorni fa, la responsabile pro tempore – nonché coordinatrice della Commissioni pari opportunità e componente del comitato esecutivo a livello centrale – ieri mattina ha chiesto ai presenti un minuto di silenzio.

Parlando di vittime, va registrato quasi un raddoppio degli infortuni mortali: dai tre del 2022 ai cinque dello scorso anno. «E non chiamiamole “morti bianche”, come se fossero di serie B. Di bianco, semmai, dovremmo desiderare soltanto la pagina del Libro della memoria dell’Anmil nella chiesa di Colda», ha sottolineato Maurizio Piasini, assessore ai Servizi sociali di Sondrio.

Rivolgendosi ai ragazzi, ossia «i lavoratori del domani», Marcella Fratta – presente in rappresentanza del sindaco Marco Scaramellini, assieme alla collega Raffaella Volpatti – ha ricordato l’importanza della formazione e della sicurezza sul lavoro. «Essere protagonisti attivi dell’ambiente lavorativo significa avere attenzioni a tutti i particolari, così da limitare ogni possibile incidente».

Sulla questione si è soffermato anche Gianmaria Toffi, dirigente dell’istituto De Simoni-Quadrio. «Non può essere oggetto di valutazione economica: non è negoziabile, non può essere contrattata. Quando si lavora, non si può scegliere di rischiare o far rischiare gli altri». E questo vale anche per i cosiddetti Pcto, i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento attivati nel triennio delle superiori, di cui ha parlato pure Maria Maddalena Ricciardi, delegata dell’Ufficio scolastico territoriale.

Proprio ai più giovani ha parlato a cuore aperto Gianfranco Alessandro Longhi, veterano dell’Anmil, associazione per la quale svolge il compito di presidente della sezione di Lecco. «In tre secondi, la mia vita è cambiata: per la caduta di una pressa di cinquanta quintali mi è stata amputata una gamba. E niente succede per caso: è accaduto per un errore di comunicazione e per una grave carenza di formazione».

A concludere la mattinata di lavori, l’intervento di Giovanni Besio, presidente del Consiglio dei Consulenti del lavoro di Sondrio, e la riflessione di Pietro Mercandelli, numero uno di Anmil Lombardia, già presidente nazionale. «A monte – ha spiegato quest’ultimo – dev’esserci una maggiore conoscenza tanto dei diritti dei lavoratori, quanto dei doveri dei datori di lavoro».

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