In tantissimi all’addio a Luca Balgera

La chiesa della Collegiata non è riuscita a contenere, martedì pomeriggio, tutte le persone che sono accorse per dare l’ultimo saluto a Luca Balgera, il 50enne vice-presidente dell’associazione culturale Scarpatetti e gestore del bar “Nuovo Portico”, scomparso nei giorni scorsi a causa di un tumore al pancreas.

La chiesa della Collegiata non è riuscita a contenere, martedì pomeriggio, tutte le persone che sono accorse per dare l’ultimo saluto a Luca Balgera, il 50enne vice-presidente dell’associazione culturale Scarpatetti e gestore del bar “Nuovo Portico”, scomparso nei giorni scorsi a causa di un tumore al pancreas.

A celebrare la Santa Messa, don Cinto Panfilo che ha accompagnato Luca Balgera con il suo supporto spirituale in questi ultimi mesi e non solo e che, nel corso della sua omelia, ha raccontato anche alcuni dettagli molto intimi e profondi delle loro conversazioni: «La vostra presenza così numerosa e raccolta - ha esordito don Cinto - è la testimonianza viva che esprime ciò che ha significato Luca per tutti voi: per le relazioni che sapeva costruire, per le iniziative che sapeva promuovere e per la coerenza, la tenacia e la testardaggine con cui portava avanti le sue idee, sempre per il bene della comunità».

«A Luca - ha proseguito don Cinto, svelando per l’appunto il contenuto di una delle loro ultime chiacchierate - piacevano le stelle e proprio lui, in una delle nostre ultime chiacchierate, mi diceva che perché una stella brilli deve essere intagliata ed esposta: preghiamo che ora anche lui, come una stella ci aiuti a credere nel Signore risorto».

La passione per l’arte e per le cose belle di Luca Balgera, dunque, la sua profonda spiritualità, ma anche il suo fortissimo legame con i familiari: «Ho ricevuto alcune confidenze da parte di Luca e una - ha svelato sempre don Cinto – riguardava il fatto che sarebbe andato in Sicilia per una settimana per un nuovo viaggio di nozze per dire grazie a sua moglie».

E sono stati proprio i familiari, alla fine della Santa Messa, a rivolgere in prima persona, attraverso una lettera un commosso saluto a Luca Balgera.

«Vedere qui in chiesa tutte queste persone - hanno evidenziato gli affetti più cari di Luca Balgera - ci fa apprezzare davvero cosa vuol dire vivere ed essere comunità e per questo ringraziamo tutti. Luca parlava tanto, a volte anche troppo, ma più che per le sue parole, lui andava apprezzato tanto per i suoi gesti. Era sempre d’aiuto per tutti, una persona che più di tutti incarnava alla perfezione la frase di Marco Aurelio “non discutere di come deve essere un uomo per bene, ma sillo”».

«Questo ci ha insegnato Luca e, inoltre, in questo ultimo periodo - così è proseguito il saluto dei familiari - ci ha insegnato come “memento mori” non fosse un segno di fatalismo, ma un inno alla vita. Proprio in questo ultimo periodo ha fatto l’impossibile per terminare i lavori della casa che sapeva che non avrebbe mai visto terminata, ma che presto sarà la casa di sua moglie e di suo figlio».

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