“Lusinga, seduzione, inganno”, il profilo del narcisista si svela tra le pagine di Elisabetta Levada

Dubbi, ansie, interrogativi senza risposta : l’anima di una persona che vive una dipendenza affettiva è in continuo subbuglio, scissa tra ciò che prova nel profondo dell’anima e ciò che dall’esterno le viene fatto credere. Il narcisismo di cui è spesso vittima è una forza sottile, ma pervasiva, il riflesso di una società autoreferenziale che oggi si svela come un protagonista silenziosa nelle dinamiche relazionali, professionali e personali. Ci si ritrova disarmati e confusi di fronte a una sofferenza di cui spesso si cerca la causa dentro di sé, un male invisibile che si tenta di mascherare e che gli altri, dall’esterno, sembrano non percepire. La vita di Elisabetta Levada , protagonista e autrice del libro autobiografico “Lusinga, seduzione e inganno” ( Chronos, Europa Edizioni ) è una storia nelle storie, l’anello spezzato di una catena antica attraverso la quale si perpetravano l’odio, la violenza, la sopraffazione. È la storia di una donna condotta allo stremo delle forze, che tra mille cadute cerca la forza per ricominciare , per imparare a fidarsi finalmente di sé stessa .

Raccontare per superare , questo il desiderio dell’autrice, che con coraggio ha deciso di mettersi in gioco e condividere la sua storia senza mezzi termini , senza nascondersi dietro alcun espediente. Una sincerità da ascoltare senza giudizio, in cui qualcuno potrà riconoscere la propria esperienza o magari quella di una persona vicina. Levada vuole offrire una speranza a tutti i suoi lettori , affinché possano acquisire una nuova consapevolezza che li renda in grado, come lei, di interrompere il comportamento finora perpetrato, di stracciare la ragnatela in cui si è rimasti intrappolati troppo a lungo e finalmente liberarsi verso una nuova vita.

Il contesto in cui nasce Elisabetta Levada non è semplice: ultima di tre figli, la sua è una famiglia di umili origini che vive in un quartiere malfamato e ostile, all’inizio degli anni Ottanta segnati dalla droga e dalle morti per HIV. Sogna la danza , ma la sua carriera è destinata a non decollare a causa di un intervento che però non aveva ricevuto le giuste cure. Prima ancora di compiere diciassette anni viene ingaggiata come ballerina in discoteca , è bella e apprezzata, ma la vita notturna non fa per lei e a vent’anni si trasferisce a Londra in cerca di fortuna. Ovunque vada riesce a distribuire amore , a mostrarsi agli altri in tutta la propria autenticità : con tutte le sue forze cerca di donare agli altri ciò che in famiglia le era stato negato. È qui che l’autrice fa un passo indietro per svelare le sue radici più profonde, l’origine delle sue insicurezze . I suoi genitori combattevano ogni giorno una guerra al massacro , nella quale erano i figli a pagare le conseguenze più gravi. Tradimenti, manipolazioni e assenza d’affetto erano all’ordine del giorno, a creare un clima ostile, privo di qualsiasi forma di affetto o comunicazione. Un modello relazionale che Elisabetta ha respinto fuggendo via, ma che si è ripresentato nella sua vita sotto mentite spoglie, insinuandosi come un cavallo di Troia a devastare le sue fragilità .

L’autrice ha dovuto subire sulla sua pelle grandi sofferenze per imparare a riconoscere il profilo di un narcisista , ma il suo desiderio è che le persone che leggeranno il suo libro siano in grado di individuarli nel minor tempo possibile. Per questo motivo ne tratteggia le caratteristiche con lucidità e precisione, descrive gli scenari più comuni e le menzogne più disorientanti che si possano affrontare, cerca di dare concretezza a un fenomeno che ci appartiene, dal quale nessuno è davvero del tutto assolto. Il suo appello vuole far sì che la persona intrappolata in una dipendenza affettiva possa riconoscersi e guardare in faccia la propria sofferenza, chiedere aiuto senza chiudersi in sé stessa nella speranza che tutto passi o, ancora peggio, di poter cambiare l’altra persona secondo i propri desideri. Allo stesso modo sprona a non ascoltare le persone che sminuiscono il dolore, poiché generano nient’altro che nuova confusione e frustrazione, oltre a una maturata sfiducia nei confronti degli altri e di sé stessi.

La verità è sempre dolorosa , ma è il primo passo per raggiungere la guarigione, la rinascita, ed Elisabetta Levada la sottolinea con forza: chi ci ferisce volontariamente, ci tradisce, ci sminuisce, semplicemente non ci ama. Non importa quanto possa sostenere il contrario o con quanta apparente convinzione, l’amore non è mai sinonimo di sopraffazione , né di cieca abnegazione. Per l’autrice, sono tre le fasi in cui si sviluppa la trappola del narcisista, le stesse che danno il titolo al suo libro: lusinga, seduzione, inganno . Un copione facilmente riconoscibile in tante testimonianze di vittime del narcisismo, che cadono inconsapevolmente nella trappola dei loro carnefici. Gratificate dalle grandi attenzioni iniziali, dalla considerazione che il narcisista sembra avere nei loro confronti, le vittime entrano nella sua terribile orbita, dimenticando la propria individualità e trasformandosi in semplici satelliti.

Levada racconta come i narcisisti della sua vita abbiano cercato di isolarla dagli amici e dalle amiche, il modo subdolo in cui hanno sostituito la propria volontà alla sua , il senso di colpa che instillavano in lei, che si traduceva in atti di cura che cercavano di compiacere il partner, ma che non risultavano mai abbastanza . “A casa inizialmente mi aiutava nel fare le piccole cose, poi doveva lavorare. Dal suo punto di vista lavorava tantissimo. Lavorava come manager per una nota azienda, andava raramente dai clienti, la sua attività si svolgeva principalmente a casa, sembrava lavorasse h24. Passarono gli anni e cominciai a capire che trascorreva molto tempo a guardare orologi, moto, video vari e a chattare, mentre avrei avuto bisogno di un piccolo aiuto che lui non mi dava. Pensate, anche per piegare le lenzuola dovevo farmi aiutare dai vicini. Ero trascurata e afflitta” scrive l’autrice, raccontando senza remore le contraddizioni evidenti ai suoi occhi, ma strenuamente negate dall’uomo che aveva accanto. “So benissimo cosa pensa la gente: lo avrebbero già mandato a quel paese… Anch’io lo avrei lasciato se già dal principio si fosse comportato così, mostrando la sua vera faccia . I narcisisti inizialmente sono impeccabili, cambiano quando vedono che la vittima è completamente succube di loro. Nel mio caso è accaduto dopo un anno e mezzo”.

Tanti anni di sofferenza, l’annullamento di sé, la certezza che ci fosse qualcosa di sbagliato nella vita che stava vivendo. Poi, all’improvviso, il risveglio : è nel confronto con gli altri, nella conoscenza e nel dialogo, nella nuova cura e consapevolezza di sé che l’autrice racconta di essere riemersa dal baratro in cui i narcisisti l’avevano scaraventata, uno dopo l’altro. Ciò che più conta per lei è tornare a riconoscere sé stessi, ascoltare i propri bisogni e imparare a fidarsi del cuore , del corpo e di ciò che proviamo. Elisabetta Levada affronta un doloroso viaggio intimo e offre con le sue pagine un supporto concreto per riemergere dalle tenebre, per ricominciare da sé. Le ferite si rimarginano, ma le cicatrici restano a testimonianza di una battaglia vinta, il cui trofeo è il più grande e prezioso di tutti: il ritrovato amore per sé stessi . “Lusinga, seduzione, inganno” prende la mano del lettore con dolce fermezza e lo guida nel viaggio in fondo alla sua anima: è un supporto nella sofferenza, una spalla su cui rifugiarsi, una gioia condivisa nella rinascita.

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