Casargo, il lupo fa paura. «Serve un piano di contenimento»

Non bastano le reti elettrificate o i cani da guardiania ad evitare la predazione di capre e pecore da parte del lupo. Occorrono entrambi ma soprattutto ci si difende solo con una strategia territoriale. A livello politico invece bisogna arrivare ad avere un piano di contenimento e gestione dei grossi carnivori, quindi non solo dell’ultimo predatore arrivato nel nostro territorio. Se n’è parlato a Casargo nella serata su “La minaccia del lupo sugli alpeggi” che ha visto una numerosa platea di allevatori interessati.

Il veterinario Bruno Milesi ha illustrato gli aspetti sanitari legati alle presenze dell’animale «che stanno diventando tante ed un problema non sentito da tutti». L’azienda Elpa Italia ha presentato le reti elettrificate anti intrusione e l’allevatrice di capre della Valle Albano Cristina Fraquelli, ha portato l’esperienza fatta con i cani da guardiania della Sila ma anche i problemi legati alla loro presenza che si scontrano con l’intolleranza dei turisti e creano anche grane di tipo penale a chi li possiede, in caso di danni a terzi. È necessario quindi permettere all’allevatore di essere più sereno mettendo mano alla normativa, in modo che li tuteli maggiorante.

«Il problema tecnico e politico si intrecciano», ha detto il professor Michele Corti dell’associazione nazionale “Tutela rurale” e docente all’Università degli studi di Milano. «La Regione ha fatto scelte che hanno messo gli allevatori in difficoltà, dicendo che per contenere gli attacchi bastano reti e cani. Nell’alto Lario occidentale, dove la situazione è disperata, – ha riferito – i lupi ci sono da tempo: arrivano dal Canton Ticino. Risalgono dagli Appennini poi lungo le aste dei fiumi, Sono in alta Valtellina, in Valcamonica ed in alta Val Seriana due sono stabili vicino al paese». La Regione finanzia i cani: «Il maremmano abruzzese solo se ha il pedigree, cosa che non serve a nulla perché non sono amichevoli con le persone. Reti e cani sono due metodi non infallibili, quindi devono essere usati insieme. Il lupo è animale intelligente ed impara ad aggirare l’ostacolo». Salta anche 1,70 metri ed ha capito che se entra nel recinto senza toccare per terra non prende la scossa.

Serve un piano di contenimento e Giacomo Zamperini, presidente della Commissione regionale montagna ha comunicato che è in uscita un bando da 1 milione di euro per le recinzioni ma non più per i cani: «Il problema è che per arrivare al piano bisogna dimostrare che si è fatto tutto il possibile per difendersi. L’attuale è solo per lupi confidenti, problematici o che hanno fatto predazioni. Purtroppo – ha sottolineato – anche l’opinione pubblica non è dalla nostra parte. Bisogna invertire il paradigma: oggi l’uomo si deve adattare alla presenza del lupo ma deve essere il lupo che deve adattarsi, anche per il suo bene, se vogliamo salvaguardare la nostra cultura millenaria». Ed il sindaco Antonio Pasquini, chiudendo ha affermato: «I problemi sono causati da scelte sbagliate degli enti pubblici. Il lupo è stato introdotto con il denaro pubblico».

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