Oggiono, nuove truffe con un trucco in più:
telefono isolato dopo la prima chiamata

In questo modo diventa impossibile per l’anziano che dispone solo della linea fissa eseguire verifiche sulla veridicità dell’allarmante racconto fatto allo scopo di estorcere denaro

Sono truffatori professionisti quelli che ieri hanno nuovamente tentato di raggirare una persona anziana mettendo in scena il copione della telefonata allarmistica per spillare soldi sull’onda dell’emozione e della concitazione. L’elemento di novità, purtroppo è un accorgimento da veri esperti, di cui finora non si aveva notizia: «Finita la chiamata - ha spiegato la nipote della vittima designata ad Oggiono - gli sconosciuti isolano il telefono così che non sia più possibile effettuare chiamate in uscita». L’anziana fortunatamente non ci è cascata comunque. «In questo modo, però - fa notare la nipote - diventa impossibile per l’anziano che dispone solo della linea fissa eseguire verifiche sulla veridicità dell’allarmante racconto».

Ieri, alla famiglia la chiamata è pervenuta sul telefono fisso: i soliti ignoti si sono spacciati, stavolta, per carabinieri. «Hanno detto - riferiscono i familiari - che un nostro parente stretto aveva causato un incidente e si trovava in stato di fermo. Hanno chiesto di preparare tutti i soldi ed eventualmente l’oro, disponibili affermando che sarebbero poi passati a riscuoterli come cauzione. Finita la chiamata, il telefono è risultato isolato».

La verifica, chiamando direttamente gli interessati, era uno dei suggerimenti principali dati dalle forze dell’ordine alle vittime dei raggiri, per sventare i piani criminali ma, con questa nuova modalità, l’anziano resta, per giunta, isolato da tutti: dai congiunti ai quali riferire l’accaduto e dai carabinieri, per chiudere aiuto. C’è di più: «La truffa è chiaramente mirata - secondo la nipote - Nella nostra famiglia sono state contattate sia mia nonna, sia mia zia. Entrambe, sopra i 70 anni. Nemmeno un mese fa, era stata chiamata un’altra signora di Imberido, di circa 80 anni. Non telefonano mai a caso: sanno chi chiamano e conoscono le parentele. A mia nonna hanno detto nome e cognome del marito. A mia zia hanno detto nome e cognome della persona coinvolta nel presunto incidente e grado di parentela: cioè, una zia e un nipote di primo grado». Una meticolosità agghiacciante, sia per il palese lavoro di ricerca scavando nella privacy, sia per il grado di abilità dei malviventi

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