«Vale e Max esperti e preparati,
è successo qualcosa di imponderabile»

«Per i miei sessant’anni sono andato con degli amici ad arrampicare per quattro giorni. Valentino Alquà era tra questi». È provato Ottavio Penati Ferrerio, direttore della scuola di scialpinismo del Cai Lecco. Con la scomparsa di Valentino Alquà, egli ha perso un grande amico, una persona con cui condivideva un profondo amore per la montagna e un collega. “Valentino era istruttore di scialpinismo da più di dieci anni. – racconta Ferrerio – Era una persona esperta, capace, attenta nella scelta degli itinerari e nella cura di tutte le misure di sicurezza. Non a caso, Valentino faceva le gite di scialpinismo con componenti tecniche di grande difficoltà. Quella sul Pigne d’Arolla era una di queste gite, curata nel dettaglio. Non è stata una sbandata, un’avventura messa insieme all’ultimo secondo. È successo qualcosa di imponderabile».

Ieri mattina una slavina ha sorpreso e travolto il 49enne durante l’escursione sul costone nord del Pigne d’Arolla, che con i suoi 3800 metri domina il Canton Vallese in Svizzera. Con Alquà ha perso la vita anche il 36enne Massimo Ratti, altro scialpinista esperto nonché profondo amante della montagna. Entrambi erano residenti nel rione di Germanedo, una comunità scossa da un profondo dolore. «Siamo tutti devastati. Conosco tante persone profondamente colpite. – spiega Stefano Bolis, anche lui istruttore di scialpinismo nonché ex direttore della scuola Cai – Vale era un grande amico e un fortissimo scialpinista. Era un ragazzo forte, esperto, con le idee chiare. Aveva portato a termine tantissime salite. Siamo andati più volte a camminare insieme. Purtroppo, in montagna succedono queste disgrazie. Non abbiamo notizie, non ce lo spieghiamo. Con le valanghe è così. La montagna è così». Già, la montagna è così, maestosa e imprevedibile. Valentino Alquà alla montagna aveva deciso di dedicare la sua vita. Quando non era impegnato come impiegato amministrativo del Soccorso Alpino, egli praticava scialpinismo, arrampicava, andava in Mountain Bike e correva sui sentieri sempre animato da quella passione per le grandi montagne e le avventure che regalano tra pareti di roccia e bianchi pendii. Momenti, sinonimo di reale libertà nella natura, che solo chi pratica la montagna come passione di vita può comprendere. A Lecco, diventata grande nel mondo anche per la sua storia alpinistica, di persone così ce ne sono tante e ognuna di loro si reca in quota a suo modo, con le sue capacità. «Valentino Alquà è stato il mio istruttore di scialpinismo. – ricorda Anna Masciandri, una dei tanti allievi del 49enne di Germanedo nell’ultimo decennio – Era una persona appassionata, molto preparata a qualsiasi livello sulla montagna. Purtroppo, ci sono cose imponderabili che non si possono controllare». Paradossalmente, anche la passione non la puoi controllare. Una passione che, superati i giorni di dolore, continuerà comunque a battere forte nel cuore della Lecco alpinistica. In ricordo anche di Valentino e Massimo.

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