Lecco chiama Chernhiv dopo le bombe: «Facciamo sentire la nostra vicinanza»

«Non lasciamoli soli». I bombardamenti russi a Chernihiv che hanno provocato almeno 17 morti e decine di feriti nella città ucraina. Anche a Lecco giunge il dolore per quanto accaduto, il raid più intenso da quando è scoppiata la guerra. La città ucraina è legata a Lecco da una lunga storia di collaborazione sorta a seguito dei soggiorni terapeutici per i bambini cresciuti nella zona, una delle più colpite dal disastro nucleare di Chernobyl. «Sono morti sotto le bombe anche due bambini - dichiara Corrado Valsecchi, fondatore di Les Cultures - distrutto l’hotel dove andavo a dormire assieme agli amici di Les Cultures quando andavo in Ucraina. Chernihiv per noi lecchesi non è una località Ucraina qualsiasi, è la città che Les Cultures ha adottato dai primi anni “90 portando a Lecco migliaia e migliaia di cosiddetti “ bambini di Chernobyl “ per i soggiorni terapeutici estivi e invernali e altrettanto hanno fatto gli amici di” Cassago chiama Chernobyl “ ancora molto attivi negli aiuti umanitari verso la città».

Da qui l’appello a creare un ponte di solidarietà con la città ucraina. «Sono migliaia di famiglie lecchesi in trepidazione per quelli che si possono tranquillamente definire i loro figli “ adottivi “, bambini - continua Valsecchi - molti dei quali diventati adulti nel frattempo, che hanno passato tante settimane, in maniera anche reiterata, anno dopo anno, nel nostro territorio. Cerchiamo, nel limite del possibile, di far sentire la nostra vicinanza con le famiglie che conosciamo, se abbiamo conservato i numeri di telefono facciamoci sentire, oggi più che mai hanno bisogno di non rassegnarsi e mandare anche solo un messaggio di incoraggiamento lì farebbe sentire meno soli davanti al dramma che stanno vivendo».

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