Grosotto, apicoltore in stato di choc anafilattico. Fondamentale l’intervento dei sanitari

È accaduto venerdì durante la smielatura. «Basta davvero poco per ricevere una puntura»

È stato un pomeriggio da dimenticare, quello di venerdì, per un apicoltore di Grosotto, 57 anni, finito in choc anafilattico all’ospedale di Sondalo dopo essere stato punto da alcune delle proprie api. Almeno otto punture ha ricevuto, da parte di insetti che gli si sono infilati nei pantaloni e la cui presenza non ha avvertito, per il fatto di avere una insensibilità alle gambe. Tant’è che si muove in carrozzella. In questo modo le api, sentendosi a loro volta in trappola e, probabilmente, del tutto inavvertitamente schiacciate fra l’arto e il vestiario, hanno risposto nel modo più naturale che hanno per reagire, ovvero pungendo.

E quando l’apicoltore e coloro che erano con lui, intenti alla smielatura, se ne sono accorti, era troppo tardi. Dell’Acqua era già in choc anafilattico per cui fondamentale è stato il pronto intervento degli operatori di Areu, saliti a Piazza di Grosotto in ambulanza, e dei vigili del fuoco di Sondrio, che li hanno assistiti nel trasporto dell’uomo dall’apiario fino alla strada in cui era parcheggiato il mezzo di soccorso. Trattato in Pronto soccorso e subito ripresosi, Dell’Acqua ieri era già tornato a casa.

«Purtroppo queste situazioni succedono - assicura Silvia De Palo, presidente di Apas Sondrio -, ma non perché le api siano aggressive in sé, ma perché, manipolandole, è probabile che si possa essere punti. Io stessa questa mattina (ieri, ndr) in apiario sono stata punta tre volte, nonostante fossi bardata. Basta poco. Basta urtare, anche poco, un’ape, del tutto inavvertitamente, e lei d’istinto punge. Se poi finisce sotto i vestiti e, non vedendola, la si schiaccia in qualche modo, la puntura è assicurata. Dopodiché ci sono persone che non hanno conseguenze e ce ne sono altre che sono allergiche o lo diventano. Chi sa di esserlo gira normalmente in apiario con l’adrenalina, che si utilizza in caso di choc, e c’è anche chi si vaccina».

Non è una vaccinazione semplice, perché il siero va somministrato in punturina una volta al mese per due anni, però «funziona e garantisce la piena immunità». Un tempo era disponibile a Sondalo, ora occorre andare fuori provincia.

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