Dorio, «Multa tolta per un tatuaggio in un bar»

Si chiariscono i contorni della vicenda che vede il primo cittadino indagato per abuso d’ufficio

«Per chiarezza, la questione verte su una sanzione amministrativa elevata dai carabinieri di Bellano e da me annullata quale organo competente, perché, da parere legale, non sussistevano i presupposti in fatto e in diritto per confermarla. La questione è in mano alla magistratura, in cui ripongo la mia più totale fiducia». È arrivata ieri pomeriggio la tanto attesa dichiarazione di Massimo Vergani, sindaco uscente di Dorio e ricandidato alle prossime elezioni amministrative di giugno, indagato dalla Procura della Repubblica di Lecco per l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio.

Una notizia diventata di dominio pubblico nella giornata di giovedì, quando, in mattinata, i carabinieri della Compagnia di Lecco si sono presentati in municipio: dopo aver atteso l’arrivo del primo cittadino, hanno perquisito gli uffici, uscendo da Palazzo con alcuni faldoni di documenti e il pc portatile in uso a Vergani. La perquisizione è poi proseguita nell’abitazione doriese dell’amministratore pubblico. Già nella giornata di giovedì, si era potuto appurare come l’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Chiara Di Francesco, fosse legata all’annullamento della sanzione, di 5mila euro, elevata dai carabinieri della stazione di Bellano alla titolare di uno studio di tatuaggi, la cui attività sarebbe iniziata senza la regolare Scia, ossia la segnalazione certificata di inizio attività. Una decisione, adottata con un’ordinanza sindacale datata 22 gennaio 2024, di cui Vergani - con la dichiarazione di ieri pomeriggio - rivendica la bontà. E che è stata oggetto, giusto la settimana scorsa, di un’interpellanza della minoranza in Consiglio comunale, interpellanza a cui il sindaco, dopo la succinta risposta in assise «per motivi di privacy», ha risposto per iscritto, risposta che però non è stata ancora protocollata. A ispirare la richiesta di chiarimenti dell’opposizione, anche il legame di amicizia tra il primo cittadino e la madre della titolare dell’attività commerciale.

Nella giornata di ieri, è però emerso come la multa sia stata elevata perché la tatuatrice sarebbe stata sorpresa ad applicare un tatuaggio in un bar, come confermano le parole dell’avvocato Laura Redaelli del Foro di Lecco, difensore di fiducia di Vergani. «Sono certa che si potrà fare piena luce sulla vicenda, inquadrandola nelsuo corretto alveo normativo. Non entro nel merito dei fatti, voglio però precisare che non riguardano alcuna nuova attività commerciale, bensì la presunta applicazione di un tatuaggio al di fuori della sede professionale. Un episodio del tutto banale, a cui ha fatto seguito la vicenda giudiziaria che ha molto provato il sindaco, ma che verrà presto chiarita», le parole del legale. Il che, per l’avvocato, significherebbe una diversa contestazione rispetto a quella di non aver segnalato l’inizio attività agli organi competenti e pertanto annullabile dal Comune. Sarà, dunque, questo il nodo attorno al quale si disputerà la partita tra Procura e difesa.

Intanto, Vergani va avanti per la sua strada, politicamente parlando: dagli ambienti provinciali di Fratelli d’Italia, partito nel quale il sindaco di Dorio si riconosce, è arrivata ieri pomeriggio la conferma che la lista che lo vede come guida è stata depositata nelle mani del segretario comunale. Con lui - appunto - come ricandidato alla poltrona di sindaco. Non c’è infatti nessun conflitto, lo status di indagato non impedisce la candidatura né l’eleggibilità, legge Severino alla mano.

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