Oddo sul finale di stagione del Lecco: «Raccogliere i punti partita dopo partita,
senza pensare alla classifica»

L’allenatore classe 1976, ex giocatore della “banda di monelli” di Adriano Cadregari che arrivò a Lecco nel 1997, dopo la promozione in C1 conquistata da Gustinetti. Il mister non si è dimenticato della sua origine bluceleste

C’è bisogno di una sterzata. Non solo per tentare la difficilissima, quasi impossibile, corsa alla salvezza. Ma soprattutto per dare dignità a un campionato che rischia di diventare quello dei record negativi, se non si inverte subito la tendenza. Ragionare per la gara di Pasquetta come se fosse una delle otto finali alle quali il Lecco è atteso non basterà per vincerla. Ma quantomeno darà la dimensione di cosa bisogna fare, dal 1° di aprile in poi, per non rendere il finale di campionato un grande, sgradevole, “pesce d’aprile”.

È d’accordo su questo anche Massimo Oddo, allenatore classe 1976, ex giocatore della “banda di monelli” di Adriano Cadregari che arrivò a Lecco nel 1997, dopo la promozione in C1 conquistata da Gustinetti, a ventun’anni, fresco vincitore a Palermo delle Universiadi con la Nazionale. Oddo non si è dimenticato della sua origine bluceleste. E continua a seguire il Lecco: «L’ho visto una volta dal vivo, contro il Brescia, dove era stato molto sfortunato – racconta Massimo Oddo - Aveva fatto un bel percorso, iniziando bene, poi si è sfaldato. Giocava anche bene e aveva ottenuto un po’ di risultati positivi. Ma in B hai bisogno di gente che ara la terra, più che di grandi qualità, soprattutto se queste sono un ricordo. Ti può dare molto di più uno che ha fame di calcio, di emergere, che ti mangia l’erba del campo, più che grandi nomi della serie B un po’ in disarmo». Sembra proprio di descrivere alcune individualità che si aspettano emergano dal mucchio di giocatori blucelesti, ma ancora oggi non hanno fatto la differenza. Oddo ha degli esempi su come si costruisce una squadra vincente senza gente di serie B: «Il Sudtirol della scorsa stagione giocò con quelli che avevano vinto la serie C e arrivò ai play-off quasi senza accorgersene. Il perché è presto detto. Tutta gente che correva e si dannava l’anima».

Ma insomma, l’ex campione del Mondo e del Milan come vede, oggi questo Lecco? Gli dà poche speranze. Ma non per questo si rassegna: «Ovvio che in questo momento il Lecco è staccato di dieci punti dai play-out e la situazione appare compromessa – spiega il campione ex rossonero -, ma se fai due vittorie di seguito può succedere di tutto, anche se è molto difficile. Il Lecco che avevo visto io era all’inizio e non era valutabile. Era partito bene, poi avevano trovato i bresciani il gol con Borrelli, ma non li avevo visti malissimo, anche se tecnicamente il Lecco era una squadra che faceva fatica. Dei blucelesti avevo allenato Crociata a Crotone, ma gli altri non li conosco… E poi non so cosa sia successo in seguito».

Su cosa deve basarsi, dunque, i blucelesti, per tentare il miracolo? «Non devono pensare alla classifica, ma raccogliere punti partita dopo partita. Oramai quel che è alle spalle, non serve più pensarci. Bisogna guardare al futuro concentrandosi su ogni gara, partita dopo partita. E vedere cosa si riesce a ottenere».

Intanto, però, mister Oddo è senza squadra. Di sicuro, se il Lecco retrocederà, non sarà lui il prossimo allenatore. Perché spera di rimanere almeno in B: «È presto per dire qualsiasi cosa – si schermisce -. Prima finiscono i campionati e poi si vedrà il da farsi. La serie C l’ho fatta un solo anno a Padova, entrando in corsa. Con tutto il rispetto mi sento più un allenatore almeno da serie B e mi sono ripromesso di non scendere più di categoria. Però chissà. Tutto è possibile. Facciamo così: speriamo che il Lecco si salvi. E poi ne riparliamo, va bene?».

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