Tavolini all’aperto
fine dell’esenzione
Da venerdì si paga

Esercizi pubbliciI rimborsi del Governo scadono il 31 Il Comune sceglie di applicare il canone di occupazione Bar e ristoranti dovranno decidere che cosa fare

Tavoli all’aperto gratis, tempo scaduto. Da venerdì, primo di aprile, e non è il più classico degli scherzi, gli esercenti che per tutto il periodo della pandemia hanno usufruito gratuitamente dello spazio pubblico soprattutto nelle aree intorno alle piazze principali del capoluogo dovranno tornare a pagarlo alle casse del Comune, che non ha previsto eccezioni.

Stato di emergenza

Insieme alla primavera - e per la verità anche alle prime attesissime piogge -, arriva infatti lo stop all’esenzione dal pagamento del canone unico patrimoniale, la tassa che ha sostituito la vecchia Tosap per l’occupazione del suolo pubblico.

Domani scade lo stato di emergenza che il Governo non ha prorogato e insieme ad esso anche le facilitazioni fin qui riservate alle attività commerciali, ambulanti compresi, per garantire maggiori spazi all’aperto senza ulteriori spese, utili non soltanto a sostenere un comparto particolarmente provato da limitazioni e norme, ma anche a garantire tutte le misure di distanziamento e sicurezza che l’emergenza Covid ha portato con sé in questi anni.

E dunque l’occupazione aggiuntiva di suolo pubblico per quest’anno dovrà essere pagata da tutti coloro che ne faranno richiesta, se lo faranno. Ancora presto per dirlo, visto che molti esercenti ancora non hanno fatto il punto della situazione: qualcuno nella speranza che potesse intervenire un provvedimento, statale o locale, dell’ultimo minuto a congelare la tassa.

Non è stato così, né da parte del Governo nonostante le richiese delle associazioni di categoria di una proroga almeno fino al 30 giugno, né da parte dell’amministrazione comunale sondriese che a differenza di quanto deliberato in altri centri ha scelto di ripristinare le condizioni di “normalità”.

«Lo stato di emergenza non è stato prorogato e da parte nostra non abbiamo previsto alcuno sgravio» dice senza troppi giri di parole l’assessore al Bilancio , Ivan Munarini. Lo scorso anno era stato il Governo a coprire i mancati introiti per le casse comunali. Quest’anno non lo farà dal 31 marzo e dunque per non acuire le difficoltà della parte corrente del bilancio, tasto dolente per tutti gli enti locali, il Comune non interverrà. «Il bilancio di previsione allo stato attuale prevede che il canone unico venga pagato» dice.

Alla voce canone unico patrimoniale, il documento di programmazione finanziaria di palazzo Pretorio ha iscritto una cifra complessiva di 300mila euro per l’occupazione di spazi e aree pubbliche, riportandola uguale anche per il 2023 e il 2024. Nessuna esenzione per l’ex Tosap, mentre resta valida fino al 30 giugno l’applicazione delle procedure semplificate per le autorizzazioni dei dehor straordinari, anche queste contenute nel decreto Milleproroghe.

Vantaggi e svantaggi

Resta da capire che ne sarà da venerdì di tavoli, tavolini, sedie e fioriere che hanno conquistato sempre più spazio cambiando il volto della città e anche le abitudini dei clienti, che hanno svuotato le sale interne a favore degli spazi all’aria aperta. Al momento continuano a far bella mostra di sé. Per qualcuno il ritorno al pagamento non farà grande differenza: «Lo spazio davanti al bar è limitato - dice il proprietario del bar Moderno - e dunque noi non abbiamo potuto allargarci con più tavoli».

Discorso diverso per i locali sulle piazze che più degli altri hanno potuto sfruttare l’opportunità espandendosi con un numero sempre maggiore di tavoli.

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