Merate, tre pazienti
accusano il medico

Sono tre le denunce delle pazienti che hanno portato alle indagini e all'arresto ai domiciliari del chirurgo vascolare Paolo Pignoli. All'esame dei difensori, l'opportunità di ricorrere al tribunale del riesame per chiedere una misura alternativa ai domiciliari.

MERATE - Nel fascicolo ritirato ieri mattina in tribunale a Lecco dall'avvocato Umberto Panzeri ci sono i nomi e, soprattutto, i racconti di tre pazienti.

È quanto riferito dalle tre pazienti ai carabinieri che ha fatto scattare le indagini portando Paolo Pignoli, 59 anni, chirurgo del San Leopoldo Mandic, agli arresti domiciliari da lunedì con l'accusa di violenza sessuale.

Non ci sono dettagli sul tipo di violenza che il medico avrebbe commesso. Si sa comunque per certo che al centro del caso ci sarebbe l'eco-doppler, uno speciale ecografo portatile, utilizzato dal chirurgo nell'esecuzione di esami diagnostici.

Oggi, durante l'incontro con il collegio di difesa composto dagli avvocati Roberto Tropenscovino e Umberto Panzeri, Pignoli dovrà decidere se ricorrere al tribunale del riesame e chiedere un'alternativa ai domiciliari. Sempre oggi dovrà stabilire se impugnare la sospensione cautelativa decisa dall'azienda ospedaliera.

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