Lecco, Imprenditori uniti

«Crisi, facciamo rete »

Il messaggio lanciato al meeting al Palataurus: «Oltre le divisioni che spesso ci contrappongono»

Presente anche l’ideatore del “Drappo bianco”

Unirsi per fare rete e superare insieme le difficoltà di questo periodo, anche chiedendo adeguato impegno alle istituzioni centrali attraverso una mobilitazione che sta continuando a crescere.

Una protesta da studiare

E’ questo il messaggio che è stato lanciato al Palataurus, dove il Club imprenditori italiani ha organizzato il proprio nuovo meeting, incentrato nell’occasione sulla comunicazione.

A promuovere l’evento, in collaborazione con con QBX/Frame ed Enrico Dalla Rosa, docente di Sociologia all’Università Cattolica, è stato in particolare Maurizio Riva, anima del club e fucina di idee, che ha scelto nell’occasione di invitare sul palco anche i membri del Drappo bianco, la realtà di protesta lanciata da Giuseppe Caggiano che punta a contarsi in questi mesi, per scegliere quindi le strade da seguire per manifestare la propria insofferenza per le difficoltà che le aziende incontrano ormai da anni, anche a causa – affermano – della mancanza di politiche adeguate rivolte alla crescita da parte del Governo, che punta invece solo a fare cassa con tasse e imposte.

A fare gli onori di casa, naturalmente, Riva, che ha aperto i lavori spiegando che «lo scopo del nostro gruppo è unire le forze, perchè il cambiamento lo si ottiene solo impegnandosi in prima persona. E un imprenditore lo deve fare non scendendo in strada a manifestare, ma impostando un dialogo con i colleghi per riuscire a fare sistema. Dobbiamo comportarci da signori e andare oltre le divisioni che spesso ci vedono contrapposti, anche in base all’appartenenza ad un’associazione di categoria piuttosto che all’altra».

I presenti, imprenditori prevalentemente comaschi con una piccola quota di lecchesi, hanno mostrato anche parecchio interesse per l’intervento di Caggiano, il marmista di Carugo che ha deciso di dire basta al malgoverno e alla cattiva politica diventando a suo modo un simbolo con l’affissione dell’ormai famoso “Drappo bianco” sull’ingresso della sua azienda, a testimoniare la propria stanchezza per la situazione. Un modo, che si sta diffondendo a macchia d’olio (Caggiano cita contatti con Fiuggi, Trento e Brescia, tra i numerosi altri), per dire “basta” in modo pacifico ma determinato.

«Per ora ci contiamo. Poi vedremo quali azioni promuovere. Ma è impensabile continuare in questo modo: in Italia sono già 493 i suicidi causati dalla crisi. Noi tutti possiamo fare la nostra parte. Io, ad esempio, ho inquilini in difficoltà ai quali non faccio pagare l’affitto da un anno. Anche in questo modo, facendo ognuno la propria parte, possiamo fare rete. Solo restando uniti possiamo riuscire a far sentire la nostra voce. A Roma, dove conto di andare “in marcia” nei prossimi mesi, devono capire che se chiudiamo noi ci rimette tutto il Paese», ha detto l’ideatore della forma protesta per ora solo simbolica.

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