L’angelo bello e triste
Ha 20 anni la meteora Cobain

Nell’aprile 1994 la morte del leader dei Nirvana. Un suicidio che lo consegnò alla leggenda: ma cosa resta oggi di “Smells Like Teen Spirit”?

Quello del “club 27” è il frammento più sinistro dello sfaccettato puzzle del rock. Si tratti di coincidenza o meno, il poker di decessi che funestò il passaggio dai dorati anni Sessanta ai più cupi Settanta non poteva passare inosservato. In sequenza Brian Jones, Rolling Stone dimenticato dai nuovi fan, Jimi Hendrix, chitarrista tutt’ora venerato da una schiera di emuli, Janis Joplin, che andrebbe riscoperta, e Jim Morrison, che compare ancora istoriato sui diari e sulle giacche di jeans dei teenager.

I teenager: questa bella invenzione del dopoguerra, non più bambini, non ancora uomini a caccia di un’identità che guarda a quella di star della musica e del cinema, modelli da emulare, miti da inseguire, modelli da imitare, con sommo biasimo dei genitori. Sono genitori, oggi, i fan di Kurt Cobain, quelli che l’8 aprile di vent’anni fa furono sconvolti dalla notizia che il leader dei Nirvana si era unito al “club 27”: un’adesione netta, un colpo di fucile per porre fine alle sofferenze di una vita bruciata in fretta. Così netta da lasciare increduli tutti, fino a dare vita alle inevitabili “teorie del complotto”. ..

Leggi nell’edizione de La Provincia in edicola lunedì 7 aprile il ricordo di Kurt Cobain scritto da Alessio Brunialti

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