Pediatria, accordo con l'Asl
Gli esami tornano gratis

Il temuto pagamento degli esami effettuati dai pediatri di famiglia, sui loro assistiti, per testare la presenza di particolari patologie, è stato scongiurato.

Sondrio - Il temuto pagamento degli esami effettuati dai pediatri di famiglia, sui loro assistiti, per testare la presenza di particolari patologie, è stato scongiurato.

Almeno in provincia di Sondrio, Asl e rappresentanze sindacali dei 17 pediatri di famiglia convenzionati (firmatari le sigle Cipe e Simp), hanno raggiunto un accordo che "salva" tutte le prestazioni ritenute prioritarie e relative alla fascia più esposta, quella da 0 fino a 6 anni.

«Ritengo si possa parlare di un'intesa positiva - commenta Claudio Garbelli, direttore generale dell'Asl di Sondrio - considerata la necessità di contenimento della spesa che discende da previsioni nazionali e regionali. Si è garantita la maggior tutela possibile alla fascia più "esposta" favorendo, peraltro, anche le forme di associazionismo fra medici».Parere "avallato" anche da Lorella Cecconami, direttore sanitario Asl, secondo cui «di più non si poteva fare, in questo frangente, in ragione della diminuzione di risorse sancita ai livelli superiori. Abbiamo dovuto spalmare il 15% in meno che riceviamo sotto forma di risorse aggiuntive per i servizi pediatrici in modo da non danneggiare l'utenza e non andare ad intaccare la qualità delle prestazioni fornite. Stiamo parlando di 186mila euro che ci sono stati assegnati per i bisogni di salute "aggiuntivi" di 17.714 assistiti. La scelta è stata quella di ridurre di un euro la quota assegnata a ciascun pediatra per assistere i bambini da 0 a 6 anni riversandola sul pagamento delle Pipp, ovvero le Prestazioni di particolare impegno professionale. E il riferimento è a tutti quei test che, inizialmente, sono stati dati per non rimborsabili e quindi da considerarsi a pagamento per l'utenza».

In realtà, questa eventualità, l'Asl di Sondrio l'ha scongiurata «dal momento che abbiamo trovato il modo per garantire l'effettuazione di questi test, come il tampone faringeo - dice Cecconami -, ma, anche, tutti gli altri esami relativi a screening, rimborsandoli al pediatra in una misura, però, stabilita a priori.

Ciascun professionista, quindi, saprà da subito il budget che avrà a disposizione per le prestazioni aggiuntive Pipp così da sapersi orientare meglio nella loro effettuazione. L'intento è quello di spingere i pediatri ad utilizzare al meglio le risorse effettuando i test solo quando siano effettivamente necessari, dopodichè sarà nostro impegno monitorare la situazione e tenere il contatto coi medici per capire se vi siano problemi o meno».

Altra limatura è stata introdotta rispetto ai, cosidetti, bilanci di salute, ovvero quelle visite effettuate periodicamente sui bambini per verificarne la crescita. «Abbiamo tagliato sulla prima e sull'ultima visita - dice Cecconami - cioè su quella che si fa fra il 1° e il 45° giorno dalla nascita, perché, normalmente, già si effettua in ospedale e ancora il pediatra non è neppure assegnato, e su quella fra i 13 e i 14 anni, perché, anche in questo caso, già i ragazzini vengono portati dal medico di medicina generale. Tutto qui».

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