Riello, l’assemblea dei lavoratori: «Forti timori, il tempo stringe»

«Abbiamo spiegato ai lavoratori quello che prevede l’iter - spiega Alberto Sandro, segretario provinciale della Fiom Cgil che sta seguendo la partita insieme alla collega Alessandra Vaninetti della Fim Cisl - dopo l’avvio della procedura al ministero delle Imprese e del Made in Italy da parte della direzione aziendale. E’ chiaro che tra i dipendenti c’è forte timore. Il tempo stringe, l’estate è alle porte e loro non sanno quale sarà esattamente il loro destino».

Indignazione e clima di forte preoccupazione, ma l’attività intanto prosegue normalmente. Per quel che di normale ci può essere in uno stabilimento destinato a serrare. Nessuna mobilitazione, picchetti o presidi alla Riello di Morbegno programmati nelle prossime ore, anche se c’è sul tavolo l’ipotesi di un coinvolgimento più ampio dell’area industriale della Bassa valle, del territorio e delle istituzioni per un’iniziativa da organizzare più avanti. Forse già la prossima settimana.

Se n’è parlato nel pomeriggio nell’azienda termomeccanica che dal 2020 appartiene alla multinazionale Carrier corporation, rsu e sindacati hanno riunito i dipendenti per fare il punto della situazione alla luce della comunicazione della direzione aziendale di chiudere la produzione entro l’estate. «Abbiamo spiegato ai lavoratori quello che prevede l’iter - spiega Alberto Sandro, segretario provinciale della Fiom Cgil che sta seguendo la partita insieme alla collega Alessandra Vaninetti della Fim Cisl - dopo l’avvio della procedura al ministero delle Imprese e del Made in Italy da parte della direzione aziendale. E’ chiaro che tra i dipendenti c’è forte timore. Il tempo stringe, l’estate è alle porte e loro non sanno quale sarà esattamente il loro destino».

Nessuno lo sa esattamente. Per poter avere un quadro più preciso della situazione bisognerà attendere proprio la convocazione al Mise, quando l’azienda metterà le carte in tavola anche se il piano già presentato contestualmente all’avvio della procedura e alla nomina di un advisor prevede la dismissione della gran parte della produzione entro l’estate.

Certo il clima nel sito di produzione di Morbegno non è dei migliori. «C’è una presa di coscienza da parte dei lavoratori della gravità della situazione - dice Vaninetti -, si rendono conto che da qui a qualche mese sui cancelli potrebbero esserci i lucchetti». La questione è approdata anche in Parlamento grazie all’interrogazione al ministro alle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso presentata dal Partito democratico.

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