Lecco, oltre 65mila abitazioni non occupate in provincia

A Lecco sono 5.425. A Colico superano il 45% e a Bellano il 60%. Numeri impressionanti in Valsassina: a Moggio il 90% delle abitazioni sono sfitte o usate come seconde case

In Provincia di Lecco ci sono 65.620 “abitazioni non occupate”, ovvero vuote oppure abitate solo in alcuni periodi perché sono “seconde case” o perché sono destinate agli affitti brevi.

L’impressionante numero emerge da un’analisi realizzata alla fine dello scorso anno da Openpolis su dati Istat, riferiti al 2021. In trenta comuni su ottantaquattro, l’incidenza delle “abitazioni non occupate” sul totale è superiore al 50%, il che significa che più della metà delle case non sono occupate in misura permanente da almeno una persona. Più che le percentuali, tuttavia, in questo caso è bene prestare attenzione ai valori assoluti.

Moggio, per esempio, presenta 2074 “abitazioni non occupate” su 2320, con un’incidenza pari a circa il 90%. Se anche si ipotizza che quelle duemila “abitazioni” siano per lo più “seconde case”, il valore dà l’idea del disequilibrio tra la popolazione che dimora abitualmente nel territorio e il patrimonio immobiliare esistente.

Una situazione che riguarda anche altri centri valsassinesi: a Casargo, per esempio, ci sono 1912 “abitazioni non occupate” su 2326 case esistenti; a Barzio, invece, le “abitazioni non occupate” sono addirittura 2604 su 3251. L’ipotesi che la gran parte di queste case siano abitante in estate non scalfisce in alcun modo la rilevanza di questi numeri, base fondamentale di ogni analisi sul futuro delle comunità montane.

Quella stessa ipotesi, peraltro, viene meno quando si considerano le 5425 “abitazioni non occupate” presenti a Lecco. Benché l’incidenza sul totale sia pari solo al 20,2%, si tratta comunque di un numero particolarmente consistente.

Non a caso, la questione del patrimonio immobiliare vuoto è stata al centro del dibattito in consiglio comunale nelle ultime settimane, nonostante la discussione sul Piano di governo del territorio non sia ancora partita. In particolare, la sfida per gli amministratori locali, definita strategica da più parti, è trovare il modo di ridare vita a tutte quelle abitazioni costruite tra gli anni ’50 e gli anni ’70 e progressivamente abbandonate perché difficili da ristrutturare. Secondo molti consiglieri, di entrambi gli schieramenti, è quanto mai urgente porre in campo a tutti livelli iniziative tese ad affrontare il problema, alla luce anche delle norme di legge che impongono di ridurre a zero il consumo di nuovo suolo.

In valori assoluti, dietro al capoluogo c’è Colico, dove le “abitazioni non occupate” sono 3017 su 6588, con un’incidenza del 45,8%. La terza posizione di questa speciale classifica è occupata da Bellano dove le “abitazioni non occupate” sono 2687, con un’incidenza del 60,8%.

Se si considerano le percentuali, i tre comuni che presentano la situazione migliore sono Lomagna, Verderio e Garlate, i quali presentano un’incidenza delle “abitazioni non occupate” sul patrimonio immobiliare pari rispettivamente a 14,2%, 15,1% e 15,1%. Certo, a Lomagna e Verderio ci sono pur sempre 350 e 407 case non abitate abitualmente e, con ogni probabilità, del tutto vuote.

Guardando ai valori assoluti, i centri con i dati più confortanti sono Parlasco, con 112 “abitazioni non occupate”, Ello, con 168 “abitazioni non occupate”, Cremella e Santa Maria Hoè, dove le case non occupate in misura permanente da almeno una persona sono “solo” 175.

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