Donne, stipendi più bassi di seimila euro

Quasi seimila euro di differenza: 32.273 euro contro 26.365 euro, per un “gender pay gap” pari al 18,3%. La Provincia di Lecco non esce per niente bene dall’indagine sull’occupazione femminile nelle imprese lombarde con più di 50 dipendenti promossa dall’Ufficio della Consigliera di Parità regionale della Lombardia e dalla Direzione Generale Istruzione, Formazione, Lavoro sui dati relativi al biennio 2018/2019 e 2020/2021. Tra le province lombarde, il dato lecchese è quello più alto davanti a Cremona (17,2%) e Bergamo (16,2%).

«Le motivazioni per cui le donne guadagnano meno degli uomini, nonostante quanto previsto anche dalla Costituzione, sono diverse e articolate, ma all’origine resta il pregiudizio legato alle capacità e alle competenze delle lavoratrici che vengono spesso inquadrate a livello inferiore rispetto alle loro reali competenze» commenta Angela Alberti, responsabile Coordinamento Donne Cisl Lombardia.

Su 31242 dipendenti assunti nelle imprese lecchesi, per altro, solo il 40,5% è rappresentato da donne. In questo caso, Lecco è seconda dietro a Brescia, dove la percentuale scende al 40,1, e davanti a Como, dove invece le donne impiegate nelle imprese con almeno 50 dipendenti sono il 41,1%.

Di contro, secondo l’ultimo rapporto della Camera di Commercio Como - Lecco, la nostra provincia è la sesta a livello regionale per quota di imprese gestite da donne, pari al 20,9% delle aziende attive. In valori assoluti, si tratta 4.701 imprese che danno lavoro a 14mila dipendenti. I tre settori in cui si concentra la quota più alta di queste attività imprenditoriali sono il commercio con 1140 aziende, i servizi alla persona con 662 e i servizi finanziari, assicurativi e immobiliari con 598.

Negli ultimi otto anni, la Provincia di Lecco ha registrato un aumento delle “imprese femminili” pari a 236 unità con un’impennata (+56) nel 2023. Il territorio comasco, invece, negli ultimi otto anni ha visto l’avvio di 530 nuove imprese gestite da donne, di cui solo 4 aperte nel 2023. In virtù di quest’incremento, il numero di “imprese femminili” attive a Como era 8412, pari al 19,9% delle aziende attive. Presso queste realtà, inoltre, lavorano 21mila dipendenti.

Anche in politica, così come in economia, non si incontrano dati incoraggianti. Un’analisi di Polis Lombardia su dati del Ministero dell’Interno, infatti, rivela che attualmente in Provincia di Lecco solo il 15,5% dei sindaci è una donna.

La percentuale sale al 34,3% se si considerano i consiglieri e al 46,3% per quanto riguarda gli assessori. Solo l’ultimo di questi tre dati è superiore alla media regionale, pari a 18,6% per i sindaci, 35,5% per i consiglieri e 45,5% per gli assessori». Il numero di donne sindaco nell’oggionese è aumentato in questi ultimi anni - commenta Chiara Narciso , sindaco di Oggiono - quindi credo che qualcosa stia cambiando. Sicuramente un maggior impegno femminile potrebbe portare un valore aggiunto, soprattutto sulle questioni riguardanti le politiche per la famiglia e la conciliazione casa - lavoro. Per la mia esperienza, oltre alla determinazione serve anche il supporto del proprio compagno e dei familiari».

Ad oggi, quando mancano pochi mesi dalle amministrative di giugno, Chiara Narciso è l’unica donna ufficialmente in corsa per la carica di sindaco se si considerano i quattro comuni più popolosi che andranno al voto.

«Credo - aggiunge Alessandra Hofmann, presidente della Provincia nonché sindaco di Monticello - che il valore aggiunto che le donne portano in politica si articoli in concretezza, prontezza nelle decisioni, abilità nel gestire i rapporti e ricomporre i conflitti. Benché permangano alcune difficoltà, rispetto a vent’anni fa il clima è cambiato: in molte hanno capito di avere le capacità per rappresentare il proprio territorio e si sono candidati».

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