Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 01 Luglio 2013
Tavolini all’aperto
A Sondrio ora si può
Via libera ufficiale dal consiglio comunale di Sondrio all’allentamento delle regole autorizzative
Pausa di riflessione, invece, sulla possibilità di sconfinare sulle aree di pertinenza di altri negozi
I “dehors” si potranno allestire davanti al locale, ma anche accanto, oppure dall’altra parte della strada, basterà garantire sicurezza e norme igieniche.
Dal consiglio comunale di venerdì sera è arrivata una mini-liberalizzazione per bar ed esercizi pubblici cittadini, che per ottenere l’autorizzazione ad allestire tavolini all’aperto ora dovranno seguire regole meno rigide. Restano in stand-by, invece, le ulteriori modifiche proposte in commissione dai gruppi di opposizione: meglio procedere per gradi, secondo l’amministrazione.
I cambiamenti - già discussi e condivisi in commissione - riguardano l’articolo 21 del regolamento di polizia urbana, quello che fissa i paletti per il «collocamento di tavoli, sedie, piante ornamentali e oggetti sull’area pubblica», come recita il titolo ufficiale.
Con la vecchia formulazione, ha ricordato in consiglio l’assessore Cinzia Cattelini, il Comune sarebbe stato costretto a rifiutare l’autorizzazione a diversi operatori che negli ultimi tempi hanno presentato in municipio la domanda per allestire uno spazio all’aperto per vivacizzare l’attività. Di qui la decisione di riscrivere l’articolo, con più commi e meno paletti: prima i “dehors” si potevano allestire solo «davanti ai locali in cui si svolgono le attività», ora si parla di spazi adiacenti, comprese anche aree sull’altro lato della strada, ad esempio.
Anche con la riforma di questa parte del regolamento, ha sottolineato sempre Cattelini, restano comunque in vigore una serie di limiti all’allestimento degli spazi esterni dei locali pubblici: per poter ottenere l’autorizzazione bisognerà garantire il rispetto delle norme di sicurezza sul passaggio dei pedoni e sulle “interferenze” con le strade, senza dimenticare le regole di igiene per cibi e bevande da servire ai tavolini esterni.
Insomma, un barista o un ristoratore non saranno più obbligati ad utilizzare soltanto lo spazio che si trova proprio davanti al locale, ma non otterranno l’autorizzazione per un “dehors” posizionato a centinaia di metri di distanza, tanto per fare un esempio iperbolico.
Il nuovo articolo 21 prevede poi il divieto di “sconfinare” con i propri tavolini e arredi sulle aree di pertinenza di un altro negozio: in commissione i gruppi avevano discusso la possibilità di consentire anche questa opzione, previo accordo formale fra gli operatori coinvolti, ma per ora non se ne farà nulla. «Avevo già espresso qualche riserva – ha ricordato Cattelini – e anche l’Unione commercio, che abbiamo consultato nei giorni scorsi, su questo punto ha ritenuto preferibile frenare».
Sul tema i gruppi di minoranza hanno presentato un emendamento che eliminava il riferimento alle aree di pertinenza di altri titolari, lasciando il divieto di interferire con «le normali attività» degli esercizi vicini, ma è stato bocciato. Come sottolineato da Cattelini ma anche dai consiglieri di maggioranza Alberto Mele, Salvatore Ambrosi e Francesco Bettinelli, secondo l’amministrazione è più utile «fare gli interventi in maniera graduale», confrontandosi via via anche con l’associazione di categoria.
Sulla sostanza del provvedimento, comunque, maggioranza e opposizione concordano: Maurizio Piasini della Lega e Barbara Dell’Erba del Pdl al momento del voto si sono astenuti, «ma solo per il dubbio sul passaggio che non è stato emendato», ha spiegato il consigliere del Carroccio . «Nel globale – ha affermato Matteo Barberi del Movimento 5 stelle - lo spirito di questa modifica è lodevole: la burocrazia è una spina nel fianco per le piccole imprese».
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