OMICIDIO YARA
ERGASTOLO PER BOSSETTI

Omicidio di Yara Gambirasio: la sentenza di colpevolezza letta alle 20.30. Il muratore condannato al risarcimento del danno

Massimo Bossetti è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio avvenuto il 26 novembre 2010. La sentenza è stata letta venerdì alle 20.30. Bossetti è stato condannato al risarcimento del danno: la corte ha stabilito una provvisionale di 400 mila euro ciascuno a favore dei genitori di Yara, 150 mila euro per ciascuno dei fratelli, in attesa della quantificazione definitiva in sede civile.

«Non è giusto». E’ la prima reazione di Massimo Bossetti dopo la condanna all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio avvenuto il 26 novembre del 2010. Lo hanno riferito i suoi legali.

«Sono amareggiato perchè la convinzione dell’innocenza è forte. Noi siamo veramente convinti della sua innocenza». Lo ha detto uno dei legali di Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni. dopo la condanna all’ergastolo del suo assistito per l’omicidio di Yara Gambirasio. «Queste 45 udienze - ha aggiunto - non hanno restituito nessuna prova a suo carico. E’ un processo indiziario». Salvagni ha ricordato che si tratta di una sentenza di primo grado e che vige il principio di non colpevolezza.

«Siamo arrivati a metà strada nel senso che questa è una sentenza di primo grado, è stata un’inchiesta difficile e la collega Ruggeri è stata fantastica». Lo ha detto il procuratore di Bergamo Massimo Meroni commentando la condanna all’ergastolo per Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio.

La prova del Dna è stata «decisiva». ha aggiunto il procuratore.

Con la condanna all’ergastolo, i giudici della corte d’assise di Bergamo hanno tolto la potestà genitoriale a Massimo Bossetti in relazione ai suoi tre figli, tuttora minori.

Bossetti è stato assolto dall’accusa di calunnia «perché il fatto non sussiste» ai danni di un collega verso il quale, secondo l’accusa, avrebbe cercato di indirizzare le indagini. I giudici non hanno applicato l’isolamento diurno per sei mesi, unitamente all’ergastolo, come chiesto, invece, dal pm Letizia Ruggeri.

«Ora sappiamo chi è stato, anche se siamo consapevoli che Yara non ce la riporterà indietro nessuno». Lo ha detto ai suoi legali la madre di Yara, Maura, subito dopo la lettura della sentenza che ha condannato Massimo Bossetti all’ergastolo per l’omicidio della ragazza.

I genitori di Yara Gambirasio non hanno mai avuto «dubbi sulla colpevolezza» di Massimo Bossetti da quando è stato arrestato. E’ quanto hanno riferito i legali di Fulvio e Maura Gambirasio, gli avvocati Enrico Pelillo e Andrea Pezzotta.

Marita Comi, la moglie di Massimo Bossetti condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, è rimasta impassibile, così come il marito, alla lettura della sentenza.

Yara Gambirasio, 13enne di Brembate di Sopra (Bergamo) scomparve il 26 novembre 2010 e fu trovata morta tre mesi dopo. La sentenza è arrivata dopo oltre 10 ore di camera di consiglio. Il 13 maggio scorso il pm Letizia Ruggeri aveva chiesto per l’imputato l’ergastolo e sei mesi di isolamento diurno.

In mattinata Massimo Bossetti, nelle sue dichiarazioni spontanee prima della camera di consiglio per la sentenza per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha ribadito la sua innocenza: “sarò uno stupido, sarò un cretino, sarò un ignorantone ma non sono un assassino: questo deve essere chiaro a tutti”. “Quello che mi viene attribuito - ha proseguito - è vergognoso, molto vergognoso”. “Non vedevo il momento di poter parlare - ha detto Bossetti rivolto ai giudici della Corte d’Assise di Bergamo - non vedevo l’ora di potervi guardare negli occhi per spiegarvi che persona sono, che non è quella che è stata descritta da tanti in quest’aula”. Bossetti, che indossa una polo azzurra e jeans e parla dal banco, accanto ai suoi avvocati, con voce rotta dall’emozione e leggendo un testo (”per non perdermi”) ha quindi ribadito: “non sono un assassino”. In aula ci sono sua moglie, Marita Comi, e sua sorella gemella Laura Letizia.

«Sono innocente e la verità deve venire a galla», ha ribadito Bossetti anche al suo avvocato comasco Claudio Salvagni,durante la visita in carcere di mercoledì mattina da parte del legale, l’ultima prima della sentenza. «Massimo parlerà con il cuore», ha detto l’avvocato Salvagni, specificando di non aver «in alcun modo influito sulle sue dichiarazioni, che ha messo per iscritto in questi giorni e leggerà alla Corte, per non rischiare di farsi prendere dall’emozione e perdere il filo del discorso».

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