Presunti abusi nel preseminario
Le “Iene” tornano alla carica
La risposta della diocesi

Seconda puntata dedicata agli episodi che si sarebbero verificati in Vaticano, sentiti il vescovo emerito Coletti e don Stabellini. La nota della diocesi.

In una puntata trasmessa domenica sera, le “Iene” sono tornate sulla vicenda delle presunte violenze sessuali subite da due giovani ospiti del preseminario San Pio X in Vaticano, gestito dall’opera don Folci, che ha sede in Valtellina, per cui cade sotto la giurisdizione della diocesi comasca.

Sulla base delle testimonianze raccolte dalla trasmissione, le accuse di violenza sessuale rivolte a un ex seminarista poi ordinato sacerdote non sarebbero state prese in considerazione e, di fatto, insabbiate. La Diocesi sul punto aveva invece risposto che un’indagine era stata aperta in Vaticano, ma non aveva portato a riscontrare irregolarità.

Il Vaticano nei giorni scorsi ha comunque disposto una riapertura del caso per valutare la sussistenza e la rilevanza delle testimonianze venute ora alla luce.

Nel corso della puntata trasmessa domenica sera è stato sentito il vescovo emerito Diego Coletti, che ha riferito di avere condotto personalmente accertamenti per valutare la veridicità delle accuse dei due ospiti, ma che non erano emersi elementi sufficienti a giustificare un procedimento.

E’ stato poi intervistato don Andrea Stabellini, che doveva rappresentare l’accusa nell’indagine davanti alla magistratura vaticana. La trasmissione in questo caso ha mandato in onda delle dichiarazioni del sacerdote, rese e registrate quando era convinto di essere a microfoni spenti, in cui don Stabellini ha fatto capire di essere stato indotto ad archiviare il procedimento su richiesta di Coletti e del cardinale Comastri.

Sulla vicenda, la diocesi ha inviato nel pomeriggio di lunedì una nota:

“Riguardo alle ultime informazioni che stanno circolando in merito alla vicenda dell’ex allievo del Preseminario “San Pio X”, ordinato sacerdote in Diocesi di Como, si precisa quanto segue.

I presunti fatti denunciati a mezzo lettera nel 2013, in seguito agli accertamenti conclusi nel 2014 da parte di tutte le competenti sedi ecclesiastiche, erano stati ritenuti infondati e tutte le valutazioni sulla personalità del seminarista erano risultate positive. Tra la documentazione prodotta non risultava alcun parere negativo da parte delle persone a conoscenza della vicenda.

Per questa ragione S.E. monsignor Oscar Cantoni, nominato Vescovo di Como il 4 ottobre 2016, ha ordinato presbitero il giovane, non ravvisando in quel momento alcun elemento ostativo.

Solo recentemente sono stati portati all’attenzione della Diocesi di Como nuovi elementi che sono stati oggetto di disamina durante la scorsa settimana.

Auspicando da parte di tutti i soggetti coinvolti in questa triste vicenda la piena collaborazione e la prudenza di non emettere giudizi affrettati prima di una sentenza definitiva, unitamente alla Santa Sede, si confida di poter fare finalmente piena luce su quanto effettivamente accaduto, con la massima determinazione, senza alcuna reticenza”.

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