Permessi in cambio di tangenti
Ticino, arrestati 3 dipendenti pubblici

Scandalo a Bellinzona: tre impiegati avrebbero preso mazzette da un imprenditore edile kosovaro (arrestato pure lui) per rilasciare permessi di dimora a non aventi diritto

Tre impiegati pubblici ticinesi e un imprenditore edile kosovaro sono stati arrestati dalla Polizia Cantonale per un giro di corruzione relativa al rilascio di permessi di dimora di tipo B (per cittadini dell’Unione Europea e assimilati) a persone che non avevano diritto, dietro pagamento di tangenti.

“In base ad informazioni giunte negli scorsi mesi da parte di autorità federali e grazie alla tempestiva segnalazione alla Magistratura da parte della Sezione della popolazione, che ha fattivamente collaborato all’inchiesta - scrive la polizia cantonale in un comunicato - è stato appurato che il 25enne, già arrestato in Kosovo e su cui pendeva un mandato di cattura, ha permesso a diverse persone che non ne avevano diritto di ottenere un permesso di dimora B in Ticino e in altri cantoni svizzeri appoggiandosi sulla “collaborazione” del 28enne impiegato statale e della 28enne ex impiegata statale, il cui ruolo e il grado di coinvolgimento sono ancora al vaglio degli inquirenti”

La polizia parla di mazzette per “diverse migliaia di franchi”. Le ipotesi di reato nei confronti del kosovaro sono di tratta di esseri umani, corruzione attiva, falsità in certificati e infrazione alla Legge federale sugli stranieri. Stesse accuse per uno degli impiegati. I suoi due colleghi sono invece accusati di furto, corruzione passiva e infrazione alla Legge federale sugli stranieri.

L’inchiesta è coordinata dal Procuratore pubblico Antonio Perugini.

Il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi in una conferenza stampa ha detto di essere “furibondo” per quanto accaduto, in quanto “è stata tradita la fiducia dei cittadini che è sacra”

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