Massimo e Valentino, il ricordo degli amici del Soccorso Alpino

«Valentino Alquà e Massimo Ratti? Due “animali” di montagna, sapevano di correre il rischio, dopo un inverno su pareti difficili». Giuseppe Rocchi, membro del Soccorso Alpino e già responsabile della XIX Delegazione Lariana, nonché presidente del Cai di Calolzio, ricorda così i due appassionati ed esperti di montagna, la cui vita è stata spazzata via in pochi istanti, sulle Alpi svizzere. «Li conoscevo entrambi - racconta – Non è ancora chiaro come sia andata, se abbiano tagliato o se la slavina gli sia arrivata addosso da sopra, ma c’era il rischio che anche il terzo escursionista, insieme a loro, venisse coinvolto. Entrambi avevano molta esperienza, abituati a scalate complesse. Con Alquà – prosegue Rocchi - ho lavorato gomito a gomito, in questi sei anni, perché era stato il “mio” segretario, al Bione, e ogni tanto passavo a trovarlo”. L’ultimo incontro proprio qualche giorno fa. “Mi aveva fatto avere dei libri per le scuole e avevamo scherzato insieme, mi diceva sempre di fare il bravo e aveva appena finito di traslocare. Io lo prendevo in giro, dicendogli che era sempre in ferie».

Oltre ad Alquà, Rocchi conosceva la sua famiglia: «Ai tempi ho fatto un corso di istruttore di alpinismo con suo papà, Adelio, si parla degli anni Novanta. Conoscevo di meno Max, ma era preparatissimo anche lui, sempre in giro, avventuroso. C’è poco da dire – continua Rocchi – in questi casi vale la pena di ricordare che chi fa questo sport a livello serio e da tanti anni è consapevole dei rischi che corre. La montagna è imprevedibile, aveva fatto brutto e aveva nevicato molto, forse anche le condizioni del meteo hanno ingannato. Sta di fatto che si tratta di una tragedia terribile, per cui ci stringiamo alle famiglie».

Anche Marco Anemoli, presidente della sottozione Cai di Ballabio e delegato del Soccorso alpino e speleologico, conosceva Valentino e Massimo e, proprio oggi, ha accompagnato i familiari dei due alpinisti in Svizzera, in attesa di conoscere le date dei funerali. «Sono precipitati da uno sperone e non c’è stato nulla da fare – commenta Anemoli – È l’ennesimo evento drammatico in vetta, per cui non possiamo che esprimere tutta la nostra vicinanza a chi voleva bene ai due amici e appassionati di montagna. Io conoscevo bene soprattutto Valentino, che era una persona dedita al lavoro e al benessere del soccorso alpino: lavorava per la nostra associazione, spendendosi sempre in prima persona. Era una persona intelligente, colta e fuori dalle righe – prosegue – Ci mancherà e non lo dimenticheremo».

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