Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 13 Aprile 2015
«Il 2014 decisivo: ora il gruppo
sarà più forte»
Miro Fiordi, amministratore delegato del Creval, ha illustrato i nuovi scenari nella relazione ai soci.
I numeri da soli non riescono più a dare il metro della complessità dello scenario in cui il Credito Valtellinese si sta muovendo. Questo è stato il motivo conduttore della relazione presentata ieri agli oltre 4mila soci dall’amministratore delegato Miro Fiordi. Il 2014 illustrato alla platea in occasione dell’assemblea annuale del gruppo Creval al polo fieristico di Morbegno è stato un anno di cambiamenti epocali.
«In tutto il secolo scorso - ha infatti sottolineato Fiordi - il sistema bancario italiano non ha dovuto recepire i cambiamenti che abbiamo dovuto recepire noi in un solo anno di attività». A livello europeo la nascita dell’Unione bancaria ha decretato un nuovo assetto sovrannazionale per la vigilanza sul gotha del sistema bancario europeo. Il 4 novembre 2014, ricordato dall’amministratore delegato come una pietra miliare, il Credito Valtellinese è entrato sotto il controllo indiretto della Bce. Ma per arrivare a quel traguardo la banca ha dovuto pagare un prezzo molto alto.
«Da marzo a settembre - ha spiegato Fiordi - duecento dipendenti sono stati impiegati per assolvere a tutte le richieste degli ispettori Bce, una operazione che è costata 3 milioni di euro». Alla fine il responso positivo ha assicurato un futuro meno difficile al gruppo valtellinese. Ma la banca ha dovuto stravolgere il modo di valutare la qualità dei crediti erogati. L’amministratore delegato ha insistito molto su questo punto, far capire alla compagine sociale presente ieri quale sia il criterio che d’ora i poi verrà adottato per definire deteriorato un credito. «Basterà che chi contrae un mutuo chieda due rinegoziazioni consecutive degli anni di durata perché sia considerato a rischio. Anche se i pagamenti sono regolari. Ogni ritardo di 30 giorni nel pagamento di una rata rende l’impresa “no performing”». Per la banca è un credito in sofferenza e per il privato o l’imprenditore è una macchia nera sulla sua affidabilità. La Bce ha introdotto un criterio statistico di valutazione dei crediti che ha fatto aumentare i casi da spostare dalla casella dei buoni a quella dei cattivi, quei crediti per i quali aumentare gli accantonamenti ed effettuare le svalutazioni.
«Le 130 banche europee sotto ispezione - ha aggiunto Miro Fiordi, non mancando di lanciare una nota polemica - hanno effettuato accantonamenti sui crediti per 47 miliardi. Ma guarda caso si tratta di tutte banche che sostengono le economie nazionali. Invece, quelle che si occupano di investimenti e operazioni finanziarie sui mercati, che sono francesi, inglesi e tedesche, hanno dovuto sostenere accantonamenti soltanto per 4,6 miliardi». È facile da intuire chi detti le regole, insomma. Il Credito Valtellinese, comunque, grazie all’impegno dei soci ha portato a casa l’aumento di capitale necessario alla salvezza. E di questo l’amministratore delegato ha reso merito ai soci ringraziandoli.
Sta di fatto che, mentre era in corso l’Asset quality review da parte della Bce, il Credito Valtellinese ha continuato la propria attività di banca, dovendo fare i conti con un perdurare dei tassi a livelli minimi e una economia ancora in cerca della strada della ripresa, che forse solo da quest’anno sta imboccando.
Il 2014 è stato l’anno che ha visto un incremento del 7%, a più 800 milioni, della raccolta indiretta, «dove la domanda si è spostata da conti e depositi su prodotti molto più sofisticati - ha commentato con soddisfazione l’amministratore delegato del gruppo Creval -. In totale la raccolta globale ha guadagnato il 2,8%».
Ma anche sui crediti, voce in regresso rispetto al 2013, Fiordi ha invece sottolineato che «siamo di 500 milioni di euro sopra i livelli del 2008. Nel 2014 abbiamo erogato 1,7 miliardi di euro di nuovo credito. Oltre il 75% è andato a imprese e famiglie con una media di prestito di 80mila euro».
La parte delle sofferenze è passata sotto la lente della Bce, che ha previsto 328 milioni di euro di svalutazioni. E su questo aspetto della qualità del credito Fiordi si è voluto soffermare. Il Comitato di Basilea sta valutando ancora un altro inasprimento normativo: «Se adesso do 100 euro, devo prevedere tra l’8 e il 9% di copertura - ha spiegato -, se passa la proposta di Basilea dovrò prevedere una copertura tra il 16 e il 24%. Tutte queste norme rendono più difficile l’accesso la credito, ma hanno come sprone ultimo quello di far crescere le imprese italiane. Nel confronto europeo le nostre imprese sono quelle con un livello più basso di capitalizzazione». Insomma, se le banche devono patrimonializzare di più, anche le imprese devono farlo.
Gli interventi eseguiti hanno permesso al Credito Valtellinese di raggiungere coefficienti di solvibilità tra i più alti d’Italia e di guardare al futuro con maggiore serenità, Infatti, si è passati da Cet 1 capital ratio, tier 1 e total capital ratio rispettivamente a 8%, 8% e 12,2%, agli attuati 11%, 11% e 14%. Coefficienti che potranno migliorare ancora se nel patrimonio della banca potrà arrivare la plusvalenza derivante dalla cessione dell’Istituto centrale delle banche popolari, di cui il Creval è maggiore azionista.
Sul fronte dei risparmi, l’asciugatura del gruppo ha portato a 37 dipendenti in meno (sono stati 244 dal 2010), 40 milioni di euro di costi risparmiati e al 63% in meno di organi sociali.
Alla fine l’assemblea ha deciso di ripianare i 342 milioni di euro di perdita tramite l’utilizzo della riserva “Sovrapprezzi di emissione” per oltre 300 milioni e di altre riserve disponibili per la restante parte.
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