Cronaca / Morbegno e bassa valle
Domenica 12 Marzo 2017
Cosio Valtellino, l’albergo si trasforma in vero e proprio centro di accoglienza
Giulio Salvi: «D’ora in poi chiudo l’hotel e il ristorante. L’intera struttura, dopo 47 anni, sarà riservata esclusivamente a dare ospitalità ai migranti».
Sono 19 i richiedenti asilo che da Ardenno sono stati trasferiti all’hotel Bellevue di Cosio Valtellino, che da albergo adesso si trasforma in vero e proprio centro di accoglienza. Un’attività esclusiva che il titolare della struttura che si affaccia sulla statale 38, Giulio Salvi, dice di avere scelto perché è «l’unica che in questa congiuntura economica riesce a garantirmi delle entrate certe. D’ora in poi chiudo l’hotel e il ristorante. L’intera struttura, dopo 47 anni, sarà riservata esclusivamente a dare ospitalità ai migranti».
Sino all’altro giorno l’ormai ex ristorante accoglieva 70 richiedenti asilo, ora, coi nuovi arrivi disposti dalla Prefettura, il numero sale a 89. «Con i nuovi arrivi ospitiamo anche ragazzi del Benin, ultimo Stato che mancava all’appello per coprire tutte le nazionalità dell’Africa occidentale, la gestione con questo numero aggiuntivo di immigrati continuerà immutata come prima, puntando al dialogo, al confronto e su un’idea di gruppo fra noi e gli ospiti. Un paio di loro saranno aggiunti al personale di cucina, per altri stiamo cercando di avviare convenzioni affinché si rendano utili sul territorio, altri ancora frequentano la scuola per adulti», rimarca Salvi, che si è reinventato un nuovo lavoro ufficializzato anche nelle sue dimissioni dal cda del consorzio Porte di Valtellina, visto che in quell’occasione aveva spiegato di aver voluto abbandonare il ruolo «per scelte aziendali».
E rimarca come «la gente del posto è sempre più rara a ai tavoli del ristorante dell’hotel. Storce il naso nel vedere gente di colore e anche i clienti di passaggio e i turisti sono sempre di meno. Colpa pure della crisi. L’ospitalità ai migranti, invece, mi dà lavoro e reddito. Ho 10 persone occupate, i fornitori sono contenti per la puntualità nei pagamenti. Prima stavo affondando nei debiti, mentre da 3 anni mi sono risollevato anche se questa gestione non è solo rose e fiori, pur incassando fra i 60 e i 70mila euro al mese per questa impegnativa attività».
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