Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 01 Agosto 2013
Carabinieri, lascia la Valle
il colonnello Gabrielli
Il comandante provinciale dell’Arma trasferito a Milano dopo cinque anni
Al suo posto il pari grado Ferrarese: «Lascio un’organizzazione che funziona»
Anche quando parlano di lui in sua assenza, quasi sempre i suoi carabinieri lo chiamano “il signor colonnello”. Difficilmente rinunciano a quel “signor” che precede il grado.
Il ritratto di Pierluigi Gabrielli è tutto lì, in quella parola apparentemente fuori moda che, tra i corridoi delle caserme dell’Arma, ha ancora un grosso significato.
Per questo ieri l’atmosfera nella caserma Alessi, sede del comando provinciale dell’Arma, era tutto tranne che allegra: dopo cinque anni il colonnello Gabrielli lascia la Valtellina.
Già questa mattina prenderà servizio nella caserma dei Carabinieri di via Moscova, a Milano, dove comanderà il reparto della logistica.
Al suo posto arriverà a Sondrio il pari grado Paolo Ferrarese.
«Sapevo di dover partire, ma si parlava di settembre. Il comando Regione però ha dovuto anticipare i tempi degli spostamenti e devo partite subito - ha spiegato ieri Gabrielli nel suo ultimo giorno da comandante provinciale a Sondrio -. Fa parte del nostro lavoro. Mi dispiace però di non aver potuto salutare i rappresentanti delle istituzioni, con cui devo dire di aver avuto ottimi rapporti per tutti i miei cinque anni qui».
Nato nel ’61 a Mezzolombardo e cresciuto per molti anni a Cles, sempre in Trentino, era già stato a Milano proprio prima di prendere servizio a Sondrio nel settembre del 2008. Da allora, e negli ultimi due anni in particolare, i reati in provincia di Sondrio sono diminuiti. «Non mi va di parlare dei risultati che l’Arma ha conseguito e delle operazioni che sono state messe a segno in questi cinque anni - si schermisce il colonnello -. Lascio agli altri eventuali giudizi sul mio operato. Per parte mia posso solo di re che questa è una struttura che funziona. Ovvio, ci sono sempre delle cose da migliorare e degli errori li compiamo anche noi, ma in complesso siamo sempre stati in grado di dare una risposta alle persone che ne avevano bisogno, ed è allora che abbiamo la sensazione di esserci guadagnati il nostro stipendio. Il mio contributo è quello di aver sempre cercato di rapportarmi con il personale usando la massima cortesia possibile. Sono convinto del fatto che solo così gli uomini diano il meglio di se stessi».
L’analisi di Gabrielli si sposta poi sull’intero sistema valtellinese. «Ho sottolineato spesso il rapporto con le altre istituzioni perché lo ritengo fondamentale. Con la Procura, per esempio, che ha sempre supportato il nostro lavoro mettendoci nelle condizioni di fare le indagini e raccogliere le prove nel modo migliore, tanto da arrivare poi quasi sempre alle giuste condanne. Ecco, credo di poter dire che nel complesso il sistema della giustizia a Sondrio può essere considerato severo, ma giusto».
Carabinieri da sempre e figlio di un carabiniere, Gabrielli ha frequentato la scuola sottufficiali prima e l’accademia militare di Modena poi. Negli anni ha ricoperto importanti incarichi a Latina, Oristano, Sanremo e Piacenza, prima di comandare il radiomobile di Milano. Poi l’arrivo a Sondrio, la promozione da tenente colonnello a colonnello, e adesso un nuovo trasferimento nella metropoli. «Ho avuto la fortuna di fare esattamente il lavoro che ho sempre desiderato - ha spiegato l’ufficiale -. È il lavoro che mi è sempre piaciuto, mi è sempre piaciuto il modo in cui mio padre lo interpretava e ho cercato di seguire il suo esempio».
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