Mario Melazzini, ex top manager dell’ospedale Morelli di Sondalo, indagato nell’inchiesta Nemosud a Messina

Melazzini si è sospeso dall’attuale carica di direttore sanitario del Niguarda

L’ex top manager dell’ospedale Morelli di Sondalo, è uno dei quattro indagati colpito dalla misura cautelare del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare impresa in ambito sanitario nell’ambito di un’inchiesta per peculato e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio della Procura di Messina sul centro clinico privato Nemo Sud e sul Policlinico.

Mario Melazzini, 66 anni, affetto da sclerosi laterale amiotrofica, da novembre del 2022 e per un anno ha ricoperto l’importante ruolo del nosocomio sondalino, e da inizio dell’anno è direttore sanitario dell’ospedale Niguarda, dove è operativo un centro Nemo. Ha lavorato per il gruppo Maugeri, è stato professore all’Università di Pavia, direttore scientifico del Centro clinico Nemo, presidente della fondazione Aurora, al centro dell’inchiesta perché che gestiva il centro clinico Nemo Sud a Messina, e direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco. In Regione Lombardia è stato assessore alle Attività produttive, ricerca e innovazione dell’ente pubblico tra il 2013 e il 2015, alla Sanità dal 2012 al 2013 e all’Università, ricerca e open innovation tra il 2015 e il 2016.

L’indagine venne avviata, nel 2019, dai carabinieri del nucleo investigativo, dopo la denuncia di un medico, all’epoca in servizio nell’azienda universitaria Policlinico di Messina, che aveva segnalato svariate irregolarità nella gestione del centro clinico privato “NeMo Sud”, costituito nel 2O12, per lo svolgimento di attività di riabilitazione neurologica nell’ospedale. Al centro c’è in particolare una delibera del marzo 2016 con conseguente aumento di budget in favore della Fondazione Aurora onlus per la realizzazione del progetto. E’ stato disposto a carico degli indagati un sequestro preventivo di denaro e beni mobili e immobili pari a 2.433.678 euro.

«Appreso dell’ordinanza di misura cautelare di natura interdittiva il dottor Melazzini ha sospeso ogni attività istituzionale fruendo del congedo ordinario - comunica Niguarda in una nota -. Come indicato nella nota odierna del legale patrocinatore del dottor Melazzini il prossimo 20 maggio avverranno le opportune interlocuzioni con l’autorità giudiziaria per gli approfondimenti in ordine all’applicazione della misura cautelare rispetto alla posizione attualmente ricoperta».

Dura presa di posizione del consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati: «Mario Melazzini non è uno qualunque, secondo voci accreditate era il designato direttore generale al Welfare di Regione Lombardia ed è direttore sanitario di uno dei maggiori ospedali della Lombardia. Noi siamo garantisti e quindi per noi è innocente fino a sentenza definitiva, ma il fatto che sia sottoposto a misure che gli impediscono di avere a che fare con il mondo sanitario è un fatto rilevante. Noi avevamo segnalato le incongruità del suo incarico all’ospedale di Sondalo, dove era direttore generale nonostante non avesse ancora fatto il periodo di raffreddamento dovuto dopo l’incarico nella privata Maugeri. Evidentemente sul suo nome l’assessore Bertolaso è stato incauto, e ora a farne le spese è il Niguarda. In via precauzionale, ora ci attendiamo che Melazzini venga sospeso dall’incarico».

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