Ancora pioggia e neve in Valtellina, ma pochi problemi

La primavera stenta a decollare e il maltempo, che da tre giorni tiene stretto nella sua morsa anche la provincia di Sondrio, non sembra voler lasciare il passo a giornate di sole e temperature più adatte alla metà del mese di maggio. Oggi ancora pioggia battente sul fondovalle e fitte nevicate in quota su Alpi Retiche e Orobie, con temperature decisamente al di sotto delle medie stagionali. E soprattutto dal tardo pomeriggio in molte zone di Valtellina e Valchiavenna si sono registrati violenti temporali.

Il territorio però sembra reggere il colpo e il maltempo nella giornata di ieri non ha causato grossi problemi e disagi, nessuna situazione di particolare allarme. Pochi gli interventi dei vigili del fuoco del Comando provinciale di Sondrio e dei distaccamenti di Morbegno, Mese, Tirano e Valdisotto, in particolare resisi necessari per la caduta di alcuni alberi sulle strade e per qualche allagamento senza serie conseguenze. Non si segnalano, al momento, frane o paesi isolati per gli smottamenti come accaduto di recente in occasione di altre ondate di maltempo che si ripetono ormai con allarmante frequenza.

E anche il livello dei corsi d’acqua è sotto stretta osservazione con, inoltre, alcuni torrentelli che di solito sono pietraie e che ora, invece, sono in piena e a rischio esondazione. Secondo gli esperti di Arpa Lombardia la situazione oggi dovrebbe migliorare, con qualche rovescio previsto nel pomeriggio su Alpi e Prealpi.

E la neve è scesa ancora in alta quota, oltre i 2200-2500 metri, temporaneamente e localmente in discesa fino a 2000 metri; e cresce il rischio valanghe in particolare per i nuovi accumuli, oltre a quelli già registrati, dai 5 si 20 centimetri.

«Si segnalano venti in quota moderati o forti dai quadranti meridionali, con tendenza all’indebolimento e alla rotazione da ovest in serata - spiegano gli esperti del Centro regionale nivometeo di Arpa Lombardia con sede a Bormio -. In valle ventilazione debole dai quadranti orientali su Alpi e Prealpi, debole o moderata sud-occidentale. I nuovi apporti di neve fresca hanno incrementato lo spessore dello strato superficiale di recente formazione. La moderata attività eolica determina rimaneggiamento della neve fresca, con conseguente formazione di lastroni soffici».

Il rischio di caduta valanghe è stimato a 3, quindi marcato, su una scala europea di cinque livelli. «Questi accumuli - si legge nell’ultimo bollettino diffuso ieri- sono presenti in modo particolare in terreno alpino oltre i 3000 metri, e sono di difficile individuazione in quanto facilmente confondibili con situazioni di neve fresca. L’ancoraggio di tali strati superficiali è ancora fragile rispetto agli strati sottostanti di neve vecchia. Probabile riattivazione dell’attività valanghiva spontanea oltre i 2400 metri con fenomeni anche di grandi dimensioni. Possibili distacchi di fondo alle quote intermedie sui pendii più ripidi».

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