Riello: oggi incontro al ministero sul futuro dell’impianto di Morbegno

Oggi l’incontro al Ministero, lunedì l’assemblea dei lavoratori e il 16 l’audizione nella commissione regionale, quella rinviata dal 2 maggio. Giornate importanti per la Riello di Morbegno, l’azienda dal 2020 di proprietà della multinazionale Carrier corporation che ne ha annunciato la chiusura entro l’estate. E’ fissata per stamattina la convocazione dei sindacati al Ministero delle imprese e del Made in Italy, dove è stata avviata la procedura di dismissione del sito industriale valtellinese.

Una convocazione fondamentale per capire se e quali margini di trattativa ci siano. Finora la società si è espressa con una nota garantendo il «dialogo con tutte le parti interessate, nel pieno rispetto della legge, per ridurre l’impatto sui dipendenti», ma confermando anche la decisione «di trasferire le attività produttive dallo stabilimento di Morbegno a fabbriche con capacità disponibili in Italia» per «ottimizzare la nostra impronta industriale e contribuirà a posizionare meglio Riello in un mercato globale sempre più competitivo».

Dopo l’incontro di stamattina il quadro sarà più chiaro. Quel che ne uscirà sarà argomento principale dell’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici, 61 in tutto, che è già stata convocata per lunedì. In quella sede i dipendenti, che in attesa dell’incontro al Mise hanno sospeso gli scioperi, valuteranno cosa fare. Ma quel che dirà l’azienda sarà anche materia di discussione e confronto a Milano, in Regione dove il 16 è prevista l’audizione nella competente commissione alla presenza anche dei rappresentanti delle istituzioni territoriali locali che fin da subito si sono schierati a fianco dei lavoratori consci che la chiusura dello stabilimento morbegnese comporterebbe un grave impoverimento per il tessuto socio economico dell’intera provincia. Intanto, alla vigilia dell’appuntamento al Mise, i lavoratori hanno fatto sentire la loro voce di indignazione e rammarico ricordando che l’insediamento è stato possibile grazie ai fondi della legge Valtellina. Insomma, il territorio ha dato tanto ed ora chiede qualcosa in cambio.

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