Ospedale, in estate meno posti letto

«Nutriamo la salute» è stato lo slogan della “giornata internazionale dell’infermiere” celebrata da Fnopi (Federazione nazionale ordine professioni infermieristiche), ieri, 12 maggio anche a Lecco.

La federazione, guidata a livello locale da Fabio Fedeli , non ha potuto non ammettere le grandissime difficoltà che si nascondono dietro la carenza di personale. E così, pur nel momento di festa, è stato annunciato il taglio dei posti letto per l’estate da parte di Giorgio Beretta , direttore del Personale sanitario di Asst Lecco. Morale: gli infermieri sono pochi e se non si tagliano i posti letto, non possono andare in ferie.

Così, di concerto con la direzione strategica, il direttore ha annunciato che saranno chiusi alcuni posti letto per permettere anche agli infermieri di godere delle vacanze estive.

La carenza di infermieri a Lecco, Merate e Bellano è davvero notevole, visto che il rapporto con i pazienti è di uno a dodici-tredici, come ha ammesso anche Beretta. E quello ideale, invece, dovrebbe essere di uno a sei. Se a Lecco, come in altre realtà del territorio, è invece il doppio, vuol dire che l’azienda non riesce a procurarsi abbastanza professionisti. Se ce ne sono pochi e bisogna evitare il “burn-out” dei pochi rimasti, bisogna far sì che si ristorino. Ed ecco che la soluzione del “taglio” dei posti letto, l’unica praticabile, pur mantenendo attivi i servizi. D’altronde sempre Beretta ha reso noto che «è aperto un bando per l’assunzione di sessanta infermieri, ma ancora non si sa se si riusciranno a riempire tutte le caselle e, comunque, una volta fatto il concorso (che scatterà il prossimo 17 maggio), non sappiamo cosa succederà».

Infatti, molti di quelli che risulteranno idonei, potrebbero decidere di andare anche in altri ospedali. Altro motivo che a Lecco fa la differenza, in tema di “traslochi” di infermieri altrove, è che al nosocomio cittadino gli stipendi sono leggermente inferiori a quelli di altre strutture lombarde. Il motivo è legato a vecchi accordi dei tempi del trasloco dell’ospedale da via Ghislanzoni a via dell’Eremo: del tutto sommariamente, la spiegazione è che negli anni precedenti il 2000, anno di apertura del Manzoni, non c’erano tutti i soldi necessari per far partire la grande operazione e dunque ci si accordò per questa riduzione degli stipendi (applicata a tutte le figure professionali, medici e tecnici compresi), che andasse a compensare quello che mancava.

Insomma: venire a Lecco e fare l’infermiere è un po’ più difficile che altrove. Conclude Beretta: «Altro motivo di preoccupazione è che i corsi di infermieristica non stanno avendo il successo sperato. I giovani non si sentono invogliati a frequentarli sia per una questione di ordine salariale, sia perché è una professione che richiede molto impegno personale».

Detto questo, hanno avuto successo le iniziative messe in campo dalla Fnopi: particolarmente gradito il corso di formazione Ecm “Segni di rinnovamento scientifico e professionale: un nuovo futuro per l’infermieristica” svoltosi nei giorni scorsi nell’aula magna del Manzoni.

Ricordiamo anche che fino a mercoledì nella hall del Manzoni è allestita una mostra su come i nostri aspiranti infermieri (quelli del corso dell’Università Bicocca con sede all’ospedale lecchese) studiano come prendersi cura dei loro prossimi pazienti.

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