«Echi di maggio» incanta il pubblico al santuario

Una serata straordinaria al santuario di San Luigi a Sazzo di Ponte in Valtellina palcoscenico perfetto di “Echi di maggio”, la rassegna corale organizzata dal coro polifonico Siro Mauro nel contesto della la 47esima edizione di “Ponte in fiore” e che vedeva come coro ospite il prestigioso coro giovanile dell’Emilia Romagna. Entrambe le formazioni si sono espresse in esecuzioni di alto livello e hanno proposto un repertorio di composizioni corali moderne e complesse che ha letteralmente incantato il pubblico presente. Ma andiamo per ordine: gli onori di casa li ha fatti il parroco, don Mariano Margnelli, che si è detto molto soddisfatto della scelta del polifonico di rendere teatro della rassegna corale, proprio il aantuario di San Luigi Gonzaga che, oltre al valore artistico e di devozione, ha il pregio di possedere una risposta acustica tra le migliori. La parola, o meglio, parola e note sono passate al coro di casa che, diretto Massimiliano Moltoni ha proposto tre brani del ricco repertorio: Tenebrae factae sunt, un responsorio del Venerdì Santo a 8 voci di Robert Young, a seguire un suggestivo The Deer’s Cry, antica lorica irlandese in una composizione a 7 voci di Arvo Pärt e Madrigale terzo, una prima esecuzione magistrale del brano composto sul V canto dell’Inferno di Dante da Lorenzo Donati.

Il programma del polifonico era così concluso, ma i cantori di Ponte hanno voluto accogliere in un modo suggestivo e singolare i giovani amici dell’Emilia Romagna. Le voci maschili del Siro Mauro, guidate dal maestro Moltoni, hanno intonato l’inno mariano in lingua tedesca Maria durch ein dornwald ging, un canto di speranza al quale, le voci femminili del Giovanile, distribuite al centro della navata, in mezzo al pubblico, hanno risposto con la seconda strofa del canto alla quale è seguito il gran finale con tutte le voci che hanno creato un effetto stereofonico da brividi. È meraviglioso vedere come la musica possa unire le persone e creare momenti indimenticabili. Non meno suggestivo l’ingresso del Cger diretto dal maestro Daniele Sconosciuto, che ha introdotto il suo programma con un canto processionale Ti adoro, di Manolo Da Rold, con i coristi che hanno attraversato la navata cantando. Le successive esecuzioni di O Filii et Filiae di Ivo Antonini e Earth song di Franck Ticheli hanno dimostrato subito a tutti i presenti il valore del coro ospite e gli applausi sono subito scrosciati abbondanti. O salutaris Hostia di Vytautas Miskinis e Diliges dominum dello svedese Sigurdur Saervasson hanno indotto il numeroso pubblico a un momento più riflessivo condensato in accordi sospesi e sfumature armoniche delicate e complesse. I cantori del direttore Daniele Sconosciuto hanno poi voluto riservare due canti in dedicati a Maria, patrona della Valtellina, Regina Coeli di Romuald Twardowski e O Sanctissima di Urmas Sisask in preparazione del gran finale con un prorompente Dies Irae di Michael Trotta che ha letteralmente esaltato ed entusiasmato il pubblico e per il quale è stato richiesto, con un applauso interminabile, un doveroso e meritatissimo bis al quale è poi seguito il canto O Sacrum Convivium di Luigi Molfino intonato assieme dai due cori diretti da Sconosciuto. Più che soddisfatti gli organizzatori, a partire dal neo presidente del Siro Mauro, Fabrizio Brenz Verca, per il successo di pubblico e per la qualità espressa dal coro ospite.

«Non poteva che essere così” - spiega il direttore del polifonico Massimiliano Moltoni –. L’ambizione del nostro coro è quella di provare a proporre il meglio della musica corale nazionale. Per alzare il nostro livello e quello del pubblico che ascolta, è indispensabile proporre formazioni di qualità e programmi musicali di qualità e questo sarà il nostro obiettivo anche per il futuro».

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