Il sindaco di Grosio: «Morelli autonomo? Non serve a nulla. Bugie dal Movimento»

L’intervento Il sindaco di Grosio Gian Antonio Pini. «Non condivido il documento e non lo firmerò. L’indipendenza non risolverebbe i problemi»

Il sindaco di Grosio, Gian Antonio Pini risponde all’interrogazione scritta presentata dal gruppo di minoranza “w Grosio viva” guidato da Carlo Toini. L’opposizione chiedeva al primo cittadino perché non avesse aderito al Movimento per l’autonomia del Morelli e che intenzioni avesse la sua amministrazione sul futuro dell’ospedale di Sondalo.

«Rispetto la scelta dei cittadini che hanno firmato (per l’autonomia, ndr): hanno fatto bene - afferma ora Pini -. Allo stesso modo però va rispettata la scelta, mia e degli altri sindaci, di non sottoscrivere un documento che non condividiamo. Il Movimento popolare non mi rappresenta e io non aderisco a un’iniziativa nella quale non credo».

Secondo il sindaco di Grosio «È evidente come il coinvolgimento di noi sindaci sia strumentale e somigli molto a un ricatto. I continui attacchi hanno un solo scopo: screditare l’operato dei sindaci davanti ai cittadini. Quel documento è stato scritto da chi vuole distruggere, non costruire, da chi vuole dividere, non unire. Invece per risolvere i problemi servono unione e condivisione».

Pini fa una propria analisi:«Nessuno nega che i problemi della nostra sanità siano numerosi e molto seri, per questo ho firmato con convinzione il documento dei sindaci dell’Alta Valle e l’ho appoggiato in Regione. Da amministratore pubblico, da sindaco, ho il dovere di essere franco perché i cittadini hanno il diritto di sapere la verità. Basterebbe guardare alla realtà che ci circonda: c’è un ospedale Morelli e c’è una sanità provinciale ma ci sono anche una sanità regionale e una sanità nazionale, delle quali dobbiamo tenere conto».

«Ai cittadini voglio dire - aggiunge il sindaco di Grosio - che l’eventuale costituzione di un’azienda autonoma per il Morelli, se anche fosse realizzabile, non risolverebbe i problemi dell’ospedale, che sono strutturali e purtroppo comuni a tutti gli ospedali lombardi e italiani. Perché ci sono pochi medici e infermieri: è così in tutta Italia. A Sondalo, località decentrata, sprovvista di un collegamento ferroviario, i problemi sono anche più gravi».

Impossibile fare paragoni col passato secondo il primo cittadino: «Purtroppo i tempi sono cambiati: i luminari scelgono i grandi centri ospedalieri o la sanità privata e i pochi medici e infermieri preferiscono lavorare vicino a casa. Si contano sulle dita di una mano quelli disposti a trasferirsi in provincia di Sondrio. Dobbiamo incentivarli dal punto di vista economico? Certamente, ma serve un intervento statale, non l’iniziativa dei promotori di un movimento popolare».

«E allora - prosegue Pini - siamo seri: facciamo richieste compatibili con la situazione attuale, ragioniamo su ciò che è oggi la sanità pubblica, non su ciò che era. Io, come altri sindaci, mi impegno ogni giorno per la nostra sanità, senza tanti clamori né post su Facebook perché la politica, quella vera, quella che serve a trovare le soluzioni ai problemi, si fa parlando e confrontandosi, non con i video per mettersi in bella mostra. Fin da bambino, i miei genitori mi hanno messo in guardia contro chi si fa bello davanti agli altri: state attenti a chi vuol farvi vedere la luna nel pozzo. Ci sono battaglie che servono soltanto a chi le promuove. Non si risolvono i problemi attaccando i sindaci e screditandoli».

Infine l’accusa al movimento di Trabucchi, Pradella e Marchica:« Il movimento popolare dica la verità ai cittadini che firmano perché ottenere firme contro la chiusura del Morelli è mentire: nessuno chiuderà il Morelli. L’Alta Valle ha bisogno di un ospedale e l’intera provincia di Sondrio ha bisogno del Morelli: lo sappiamo noi e lo sa la Regione. Noi sindaci - conclude Pini - vogliamo il meglio per i nostri cittadini e stiamo lavorando di concerto con la Regione per garantire una sanità di montagna in grado di rispondere in maniera efficace e puntuale ai bisogni del territorio».

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