Dolzago, il rogo di Capodanno
Nessuna ipotesi è esclusa

Non cessa l'attività degli investigatori e dei vigili del fuoco nello stabilimento della "Fratelli Spreafico": l'autopompa nel cortile antistante l'ala distrutta dalle fiamme è ancora una presenza fissa; i carabinieri, anche.

DOLZAGO - Non cessa l'attività degli investigatori e dei vigili del fuoco nello stabilimento della "Fratelli Spreafico": l'autopompa nel cortile antistante l'ala distrutta dalle fiamme è ancora una presenza fissa; i carabinieri, anche. Questa mattina il comandante della stazione di Oggiono, il maresciallo Nicolino Ombrosi, ha incontrato nuovamente Antonio Sartor, il direttore amministrativo e finanziario della società: le indagini proseguono ovviamente allo scopo di fare luce sulle origini e le cause del rogo di Capodanno.

Quanto ai pompieri, stanno tuttora lavorando attorno alle rovine fumanti dell'ala di capannone: sotto la cenere cova la brace e il sottile, inquietante filo di fumo continua sinistramente a rammentarlo. È avvolta in pannelli di materiale ignifugo la pompa del carburante situata proprio sul medesimo piazzale dove, a qualche decina di metri, si sviluppava il settore nuovo dell'azienda. Lì, nel pomeriggio del primo giorno dell'anno, s'è scatenato l'inferno: ci mancava solo che le lingue di fuoco arrivassero a lambire il distributore per completare il disastro.

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