Assalto al lungolago, in politica è scontro

Malgrate Con il gran caldo, è tornato a diventare meta di bagnanti che lo invadono come se fosse una spiaggia.La giunta promette una revisione del progetto, se verrà riconfermata. Corti: «Un fallimento su tutti i fronti»

«La prima cosa che faremo, se la prossima primavera vinceremo le elezioni, sarà di rivedere il progetto. Già da settembre entreremo nel dettaglio»: il lungolago si annuncia al centro della prossima campagna elettorale ma, intanto, l’opposizione politica - per voce del consigliere Francantonio Corti - commenta le immagini di «un altro weekend trascorso a ricorrere palloni, saltare e sdraiarsi sulle aiuole; l’unico possibile commento sono le fatidiche parole del sindaco stesso, Flavio Polano, secondo cui “il lungolago non è un lido”, e da dieci anni è però proprio ciò che lascia accadere ogni domenica».

La proposta

Com’è noto, il lungolago di Malgrate, progettato dall’architetto Stefano Santambrogio, ha recentemente ottenuto anche una menzione alla Triennale di Milano. Santambrogio stesso sostiene: «È stato pensato come un luogo del passeggiare: non è il posto dove i ragazzini vanno a fare casino. È però giusto rispondere a tutte le utenze e, per il gioco dei bambini e lo sport informale dei giovani, è stato infatti progettato un sistema connesso di verde, attraverso una rivisitazione dei giardini pubblici, con una visione ampia dal Rio Torto a via Stabilini, a via San Leonardo, al rione Gaggio (e, da qui, in connessione anche con le ciclabili lungo l’Adda e i Parchi regionali, in termini di mobilità, nda). Le risorse del Comune attualmente permettono tuttavia la realizzazione di un primo step. Comunque, già con la prima opera, cioè la passerella di collegamento tra le aree di via Stabilini e Leopardi, si creerà una immediata connessione col lungolago, raggiungibile da lì in pochi passi».

Riorganizzando il verde vicino al lago, l’obiettivo è anche di invogliare e spostare chi cerca spazi verdi in cui fare movimento. «Certamente, però - sottolinea Corti - non sarà questa la risposta ai bagnanti che stendono la salvietta sulle aiuole o fanno il pediluvio refrigerante nella fontana di piazza Garibaldi, infischiandosene ovviamente dei divieti riportati sui totem informativi del Comune e in assenza dei controlli che ne dovrebbero imporre il rispetto».

Morta la vegetazione

«Peraltro - aggiunge il consigliere - non è neppure necessario aspettare la domenica, per imbattersi puntualmente nel degrado del lungolago, perché ci pensa già l’amministrazione comunale a fare la propria parte: da mesi i vetri delle balaustre sono rotti. Finalmente, due settimane fa, è comparso il ponteggio per sostituirli. L’impalcatura è tuttora lì, ma i vetri non sono stati rimpiazzati. Lo stesso vale - rincara Corti - per la vegetazione, messa a dimora lo scorso anno lungo il bordo delle aiuole per delimitarle meglio: morta in pochi giorni per mancanza d’acqua, è tuttora lì, incolta e nella più totale incuria. Insomma, il lungolago è un fallimento su tutti i fronti, di cui i cittadini pagano il conto, in ogni senso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA